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lunedì 20 aprile 2009

pannolini ecologici in cotone organico risparmi e salvi l'ambiente

http://www.marieclaire.it/beauty/stare-bene/ecokids



ECOKIDSPannolini in cotone organico e asili nido a basso impatto.

Floriana ’74 li cambia spesso e li lava con poco sapone, ovviamente ecosolidale. Blabla invece li conserva in acqua, tè e bicarbonato e ogni due/tre giorni li mette in lavatrice: parliamo di pannolini. Lavabili in cotone organico o usa e getta? Nei forum di eco-genitori il tema è tra i più dibattuti. “Mamma impaziente” per esempio è tornata ai pannolini da buttare scegliendo però quelli biodegradabili ricavati dal mais.

Poi c’è “Mamma felice” che applica al cambio tecniche simili all’origami apprese su YouTube. Oggi ci sono anche i nidi low impact che collaborano: al mattino insieme ai bebè prendono in consegna i pannolini di cotone che restituiscono poi al pomeriggio, usati (su Pannolini Lavabili l’elenco degli asili d’infanzia disponibili).

Conti alla mano si risparmia (un eco-cambio costa tra i 250 e i 750 euro l’anno, contro i 1500 dell’usa-e-getta) e in più c’è il sostegno di alcuni comuni: Genova fornisce kit di lavabili agli iscritti dei nidi comunali, la provincia di Torino offre gettoni sconto fino al 46%; a Reggio Emilia c’è il “bonus lavabili”. L’avanguardia degli eco-genitori è in grande crescita. Riconversione che va ben oltre i pannolini, con iniziative che il web amplifica (vedi Promiseland, EcoMamme, CresciBimbo).

Altre mense. «Incentivate da una legge del 2000, in Italia quelle biologiche sono un modello all’avanguardia», dice Rosamaria Bertino, che per l’osservatorio BioBank ne ha appena censite 791. Servono, dal nido alla media inferiore, un milione di pasti al giorno (la Lombardia è al top con 203mila coperti, ma anche Friuli Venezia Giulia ed Emilia-Romagna sono ben piazzate).

A Roma un progetto di educazione alimentare che ha coinvolto i distributori del commercio equo e solidale ha portato nelle scuole 280mila banane e 140mila tavolette di cioccolato bio ogni settimana. «Uno sforzo che fa bene alla salute dei più piccoli», spiega Laura Di Renzo, docente dell’Università di Roma Tor Vergata, che partecipa al progetto Sabio (promosso dal Ministero dell’Agricoltura).

Secondo i dati raccolti, il latte bio ha una capacità di protezione antiossidante dell’11% più alta rispetto a quello non bio; il pomodoro addirittura del 69%: un’assicurazione a vita, perché una maggiore assunzione di antiossidanti e di acido folico riduce il rischio di contrarre da adulti le malattie cardiovascolari e degenerative. Ma l’opzione bio non basta: «Bisogna orientarsi verso prodotti naturali non lavorati dall’industria, perché la maggior parte delle intolleranze e delle allergie è dovuta a conservanti e additivi». Non facile, ma quando si cambia strada, i risultati si notano: per esempio si riducono i casi di dermatite atopica (che colpisce il 15-20% dei bambini in età prescolare) e di altre forme allergiche.

Baby beauty. La prevenzione dalle allergie spiega anche il boom della biocosmesi per l’infanzia (+81% nell’ultimo anno, secondo il certificatore Icea): ovvero creme, saponi, shampoo privi di sostanze chimiche, profumi di sintesi, derivati del petrolio (i più aggressivi sulla pelle), ma ricchi di oliI vegetali. Più usati i prodotti per il baby-bagno (27% del totale) seguiti da quelli per cambio-pannolini (16%): vedi alla voce pulizia sostenibile.

Info BioBank: l’Osservatorio sull’Italia del biologico pubblica anche un annuario.
Siti internazionali delle bio-mamme: EcomomAlliance e Maman-Bio

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