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lunedì 22 giugno 2009

nuovo farmaco contro il cancro alla prostata fa miracoli

Prostata: farmaco killer contro il cancro
Ora operabili anche le neoplasie gravi
Tre uomini con neoplasia in stato avanzato hanno avuto risultati talmente brillanti, a detta dei ricercatori capitanati da Eugene Kwon, che ora sarà possibile operarli, nonostante la malattia fosse giunta ad una fase che sbarrava ai tre pazienti le porte della sala operatoria


Roma, 21 giugno 2009 - Speranze da un nuovo farmaco contro il cancro alla prostata testato dai ricercatori della statunitense Mayo Clinic, in Minnesota. Tre uomini con neoplasia in stato avanzato hanno avuto risultati talmente brillanti, a detta dei ricercatori capitanati da Eugene Kwon, che ora sarà possibile operarli, nonostante la malattia fosse giunta ad una fase che sbarrava ai tre pazienti le porte della sala operatoria.


Quando al cancro alla prostata avanza troppo, superando i confini stessi della ghiandola, l’intervento chirurgico diventa una strada che gli addetti ai lavori preferiscono non percorrere. Si passa, in questi casi, alle cure palliative, attendendo che la malattia faccia il suo corso. Nel caso dei tre uomini su cui il farmaco, un anticorpo monoclonale che stimola il sistema immunitario, ha avuto «risultati straordinari», il tumore si è ridotto a tal punto che i tre hanno potuto sottoporsi all’intervento per rimuovere la neoplasia. E il primo trial su 108 pazienti ha mostrato risultati talmente positivi, assicurano i ricercatori, che si è ora deciso di passare a un altro studio su 30 volontari per testare dosi più alte del ritrovato.


Una ricerca che accende speranze, soprattutto considerando che sono ben poche attualmente le terapie che consentono di intervenire sulla malattia in stato avanzato. Il farmaco «rappresenta il Santo Graal della ricerca sul cancro alla prostata -afferma Kwon, usando una metafora leggendaria, sulle pagine dell’Independent- eravamo sulle sue tracce da anni». «Non avevamo mai assistito a nulla di simile prima d’ora -gli fa eco Michael Blute, un chirurgo coinvolto nella ricerca- ho avuto difficoltà, dopo la terapia, a individuare il cancro da rimuovere». Ma sulle pagine della Bbc online, John Neate, chief executive del Prostare Cancer Charity, invita alla prudenza. «Va ricordato -sottolinea- che si tratta di risultati preliminari. Vanno condotti studi su larga scala per vedere se si tratta di esiti replicabili. Se lo fossero - riconosce - non c’è dubbio che avremmo stanato una strada estremamente promettente».

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