Cefalea tensiva cronica in adolescenza: specchio di disagio psicologico
BURLO GAROFOLO
ISTITUTO di RICOVERO e CURA a CARATTERE SCIENTIFICO TRIESTE
Uno studio dell’Ospedale Materno-Infantile Burlo Garofolo pone le basi per comprendere meglio l’origine di questo disturbo
che non è solamente di natura neurologica
Trieste - Il mal di testa è un disturbo in costante incremento anche nella popolazione giovanile (bambini ed adolescenti) ed è causa di frequenti e ripetute assenze scolastiche. Un’indagine condotta dai ricercatori della Struttura Complessa di Neuropsichiatria Infantile e Neurologia Pediatrica e dell’Unità di Biostatistica dell’IRCCS Materno-Infantile Burlo Garofolo di Trieste, e pubblicata sul Journal of Pediatric Psychology, ha documentato come gli adolescenti sofferenti di Cefalea tensiva cronica riferiscano un disagio generale che coinvolge più aspetti della vita sociale ed affettiva.
La cefalea tensiva (CT) è un tipo di mal di testa che non ha origine da patologie endocraniche, interessa il 30-70% della popolazione e incide a livello sociale con costi elevati, dovuti all’interferenza con le attività lavorative e sociali quotidiane soprattutto nella sua forma cronica. In quest’ultima forma, il disturbo si manifesta per oltre 180 giorni l’anno e per più di sei mesi. Le cause della CT, tuttavia, devono ancora essere identificate con certezza.
“E’ un dato confermato - spiegano Renata Aliverti, neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta, e Sara Battistutta, ricercatrice del Burlo Garofolo e autore principale dell’indagine – che il mal di testa sia in costante incremento anche nella popolazione
giovanile, causando frequenti e ripetute assenze scolastiche. Pochi, purtroppo, sono gli studi che hanno esaminato a fondo il problema fra gli adolescenti; quasi tutti, poi, si sono focalizzati sul rapporto esistente fra CT e problemi quali Ansia e Depressione. Per tale motivo, ci siamo domandati: esistono differenze a livello emotivo e comportamentale tra gli adolescenti che soffrono di cefalea tensiva cronica (CTC) e i coetanei che non ne soffrono? E ancora: può la CTC rappresentare un campanello di allarme associato a disturbi di origine psicologica?”
Per questo studio, sono stati reclutati 48 adolescenti con CTC e 135 soggetti sani reclutati nelle scuole, tutti di età compresa fra 11 e 18 anni. I ragazzi sono stati esaminati per mezzo di questionari self-report (Youth Self-Report, in cui è il ragazzo stesso a descrivere come si percepisce), mentre ai loro genitori è stato chiesto di rispondere a un analogo questionario di auto-somministrazione (Child Behavior Check-List in cui il genitore descrive il proprio figlio). Questo è stato uno degli aspetti originali della ricerca.
“Per ciascun soggetto – spiegano gli autori - abbiamo valutato se ci fossero problemi di tipo internalizzante (ansia, depressione, somatizzazioni), oppure di tipo esternalizzante (comportamenti aggressivi o oppositivi) o entrambi. Ma abbiamo anche preso in
considerazione gli aspetti sociali (difficoltà nelle relazioni sociali) e i problemi di attenzione.”
I dati, raccolti fra il 2004-2006, hanno permesso di tracciare due profili: il profilo delle competenze del ragazzo (attività praticate, attitudini sociali e rendimento scolastico), e il profilo sindromico, che ha fornito informazioni sulla presenza o meno di problemi
internalizzanti ed esternalizzanti. “Punteggi elevati nel profilo delle competenze – dice Marco Carrozzi, Direttore della S.C. di Neuropsichiatria – indicano un adolescente con buone abilità sociali, cognitive e scolastiche, necessarie per favorire un adattamento psicologico adeguato con efficienti fattori di protezione emotivi. Al contrario, alti punteggi nel profilo sindromico suggeriscono la presenza di un soggetto con carenze nelle aree esaminate, quindi più fragile e con minori fattori di protezione rispetto agli inevitabili conflitti insiti nel processo evolutivo.”
Dall’analisi dei questionari è emerso che, a parità di risultati quanto a competenze individuali (eccetto che per una minore performance scolastica), gli adolescenti con CT cronica totalizzavano punteggi più alti nel profilo sindromico: “Questi ragazzi, anche a detta dei loro genitori, fanno più difficoltà per esempio a osservare le regole, a tessere rapporti sociali equilibrati e tendono a sentirsi a disagio, depressi, in ansia o a essere poco comunicativi” puntualizza Carrozzi. “Il nostro studio, ha confermato nei soggetti con CTC la presenza di ansia e depressione ma ha anche sottolineato come sia difficile per un ragazzo con CTC gestire la sua rabbia e la sua aggressività”.
Ora si tratta di capire se tali differenze siano in grado di spiegare la genesi e le caratteristiche di questo tipo di mal di testa, oppure se possano giocare un ruolo causale anche l’ambiente sociale e familiare.
http://www.salus.it/ped/mal_di_testa.html
Per ulteriori informazioni:
Cristina Serra
Servizio Divulgazione Scientifica
Direzione Scientifica
IRCCS materno-infantile Burlo Garofolo
Ospedale di alta specializzazione e di rilievo nazionale
per la salute della donna e del bambino
Mobile + 39 338 4305210
cristina.serra@burlo.trieste.it
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domenica 16 agosto 2009
adolescenza:mal di testa e disagio psicologico
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