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martedì 29 settembre 2009

alimentazione:forno a microonde,consigli sul suo uso corretto per evitare batteri nocivi

La cucina al microonde può esporre ai batteri nocivi




Più rischi di intossicazioni alimentari da un uso scorretto


Il microonde fa bene, il microonde fa male… Su questo non tutti sono d'accordo e gli studi, a volte, si contraddicono l'un l'altro.
Quello su cui sono tutti d'accordo però è che quando hai fretta di scaldare qualcosa il forno a microonde è provvidenziale.
Ma, a remare contro, adesso si aggiunge anche il fatto che un uso scorretto potrebbe causare malattie di origine alimentare. Lo sostengono gli scienziati americani della Colorado State University.

La dr.ssa Patricia Kendall, che ha coordinato lo studio, riferisce che cuocere per esempio un hot dog (wurstel) per soli 75 secondi ad alta potenza con il microonde mette al riparo da una possibile intossicazione alimentare che, invece, potrebbe verificarsi facendolo riscaldare per meno tempo e a temperatura inadeguata.
Secondo i ricercatori, infatti, la cottura troppo veloce non riesce a scaldare uniformemente l'alimento, lasciando dei punti caldi e freddi che possono permettere agli agenti patogeni di sopravvivere.

Nello studio i ricercatori hanno condotto una serie di test per valutare l'impatto sul cibo delle microonde in combinazione a diverse potenze e tempo di esposizione. In particolare si è voluto accertare il potere di inattivazione del batterio Listeria monocytogenes inoculato nei wurstel conservati.
Dai risultati è emerso che la massima riduaizone della contaminazione si è avuta con un riscaldamento dei wurstel alla massima potenza (700-1.000 watt) per almeno 75 secondi.
Aspettare poi alcuni secondi prima di estrarre il piatto una volta spento il forno e lasciare che il calore si distribuisca ancora più uniformemente, è un buon modo per aumentare le possibilità di distruggere i batteri patogeni.
La possibilità di non incorrere a una intossicazione alimentare, fa notare Kendall, dipende tuttavia anche da come è stato confezionato l'alimento, dalla conservazione e altri fattori ambientali. In questo caso potrebbero anche non essere sufficienti i 60-75 secondi del test, ma potrebbe essere necessario allungare di un po' la cottura.

Sarebbe necessario che nelle istruzioni dei forni siano riportare tabelle con i tempi e la potenza dedicata a ogni tipo di alimento per assicurarsi che sia riscaldato nel modo migliore e per scongiurare possibili intossicazioni, suggeriscono i ricercatori. Allo stesso modo bisogna considerare che il tempo di esposizione alle microonde può variare in base alla quantità di cibo che viene messa a riscaldare.
(lm&sdp)
Source: lo studio è stato pubblicato sul "Journal of Food Science".

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