Asma in gravidanza
La gravidanza è un periodo particolare della vita di una donna. I cambiamenti del corpo possono anche coincidere con dei cambiamenti emozionali e di umore. L'ultima cosa di cui si ha bisogno, durante la gravidanza, è di un attacco di asma.
L'asma è una delle malattie più frequenti in Italia e nel mondo occidentale in genere. Le donne affette da asma sanno benissimo cosa vuol dire avere una riesacerbazione (un attacco) cioè avere il respiro sibilante, la tosse e difficoltà nel respirare. Bisogna ricordare che il feto nell'utero (ovvero il bambino che sta crescendo) dipende, per l'ossigeno, dall'aria che respira la madre. Quando si viene colpite da un attacco di asma, il feto potrebbe non ricevere ossigeno a sufficienza ed essere messo in serio pericolo. Una donna che assumeva farmaci per l'asma prima della gravidanza, soprattutto se l'asma era ben controllata, a volte è tentata di sospenderli nella convinzione che essi potrebbero, in qualche modo, danneggiare il feto. Questo è sicuramente un errore se fatto senza consigliarsi con il proprio specialista di fiducia. Il rischio per il feto derivante dai farmaci per l'asma è minimo in confronto con il rischio di un attacco severo. Le donne affette da asma non controllato, inoltre, vanno incontro più facilmente a complicanze nel corso della gravidanza. E' più alto il rischio che i loro bambini nascano pretermine (prematuri), che siano piccoli o sottopeso alla nascita e che richiedano una ospedalizzazione più prolungata dopo la nascita. Più l'asma è severo, maggiore è il rischio per il feto. In rari casi, il feto può anche morire per mancanza di ossigeno. Non si possono fare delle previsioni sul come la gravidanza possa influire sull'asma. Circa un terzo delle donne asmatiche osserva un miglioramento della malattia durante la gravidanza, un altro terzo vede un peggioramento ed un altro terzo ancora non osserva alcun cambiamento. Quanto più lieve era il grado di severità e quanto meglio era controllata la malattia prima della gravidanza, maggiori sono le possibilità di manifestare poco o per nulla i sintomi dell'asma durante la gravidanza. Se il controllo dell'asma peggiora durante la gravidanza, i sintomi tendono avere il massimo peggioramento tra la 24ª e la 36ª settimana (6-8 mese). La maggior parte delle donne riferisce lo stesso livello di sintomi asmatici per tutta la durata delle gravidanze. E' rara l'evenienza di attacchi di asma durante il parto (10%). Nella maggior parte dei casi, i sintomi ritornano alla “normalità” entro 3 mesi dopo il parto. La cosa importante da ricordare è che l'asma può essere controllato durante la gravidanza. Se l'asma è controllato le probabilità di avere una gravidanza ed un parto normali sono pressoché le stesse di una donna non asmatica.
Il piano di azione per l'asma
In gravidanza o appena prima di rimanere incinta, c'è bisogno di un piano di azione per l'asma. E' importante informare il prima possibile lo specialista di fiducia della gravidanza ed insieme è necessario riguardare il piano di terapia ed effettuare dei cambiamenti se necessario. E' possibile riscontrare che i sintomi son cambiati e che la suscettibilità a certi eventi scatenanti sia diversa. Accertarsi che lo specialista Allergologo o Pneumologo sia informato di tutti i farmaci che si stanno assumendo, non solo di quelli per l'asma.
Sintomi e fattori scatenanti dell'asma
I sintomi dell'asma durante la gravidanza sono gli stessi che la malattia provoca in qualsiasi altro periodo della vita. Ad ogni modo, ogni donna asmatica risponde in maniera differente alla gravidanza. Come abbiamo già detto, i sintomi potrebbero essere più o meno severi oppure potrebbero non modificarsi affatto rispetto al periodo antecedente la gravidanza. In generale, i fattori scatenanti dell'asma durante la gravidanza sono gli stessi di qualsiasi altro periodo. Come accade per i sintomi, durante la gravidanza, anche la suscettibilità ai fattori scatenanti potrebbe aumentare, diminuire o rimanere invariata. Queste differenze sono da attribuirsi ai cambiamenti ormonali cui si assiste durante la gravidanza. I fattori scatenanti per gli attacchi di asma includono quelli riportati nel seguente elenco:
- Infezioni respiratorie come raffreddori, influenze, bronchiti e sinusiti: sia le infezioni batteriche che quelle virali possono scatenare l'asma;
- Il fumo di tabacco (sia attivo che passivo);
- Il reflusso gastroesofageo ovvero il rigurgito del contenuto dello stomaco verso l'esofago;
- Il fumo durante i processi di cottura o derivante dalla combustione della legna;
- Forti emozioni;
- Allergie alimentari;
- Riniti allergiche (perenni o stagionali);
- Cambiamenti di tempo, soprattutto aria fredda e secca;
- L'esercizio fisico;
- Odori intensi, spray e profumi;
- Reazioni allergiche ad alcune sostanze chimiche;
- Reazioni allergiche a cosmetici, saponi e shampoo;
- Reazioni allergiche ad irritanti, acari della polvere, epiteli animali, etc.
- Precedenti attacchi di asma grave
Le pazienti asmatiche in gravidanza dovrebbero prestare una maggiore attenzione ai loro sintomi tenendo a mente che questi potrebbero presentarsi in forma più severa rispetto al solito. C'è la possibilità, infatti, di avere un attacco di asma molto più grave rispetto a quelli che si è abituate a fronteggiare. Non bisogna pensare di poter gestire la malattia per come è stata fino a questo momento ma bisogno farsi guidare dai sintomi e dall'intensità che questi hanno durante questo particolare momento della vita di una donna. In caso di senso di oppressione al torace o di difficoltà respiratoria, è necessario recarsi al pronto soccorso più vicino. Solo qui è possibile somministrare ossigeno e farmaci salvavita che siano sicuri per la donna e per il bambino. Non è consigliabile programmare viaggi in posti sperduti dai quali è difficile raggiungere delle strutture sanitarie.
Trattamento dell'asma durante la gravidanza
Il miglior modo di trattare l'asma è, innanzitutto, quello di evitare di avere, se possibile, anche un singolo attacco. E' necessario evitare l'esposizione ai fattori scatenanti del proprio asma. Questo potrebbe migliorare i sintomi e ridurre la quantità di farmaci da assumere. Le donne che fumano devono smettere. Il fumo può essere dannoso sia per la donna che per il bambino. Bisogna evitare di circondarsi da persone che fumano; anche il fumo passivo può scatenare un attacco d'asma. Alcuni studi hanno dimostrato che il fumo passivo durante la gravidanza può provocare asma ed altri problemi di salute al nascituro. Se si soffre di reflusso gastroesofageo (ad esempio bruciore di stomaco), è bene evitare pasti abbondanti e coricarsi subito dopo aver mangiato. Sarebbe meglio evitare di stare troppo a contatto con persone che abbiamo raffreddore, influenza o altre infezioni. Evitare le cose cui si è allergiche. Togliere, per quanto possibile, contaminanti ed irritanti dalla propria abitazione. Evitare i propri fattori scatenanti (forfora di gatto, esercizio fisico intenso, stress emozionali).
Utilizzo dei farmaci durante la gravidanza
I farmaci per l'asma vanno, di solito, assunti nella stessa sequenza con la quale si sarebbero assunti prima della gravidanza. Quando uno specialista considera l'impiego dei farmaci durante una gravidanza, egli si pone le seguenti domande:
- Il farmaco è necessario?
- Che informazioni ci sono per quantificare l'effetto del farmaco sul feto?
- Qual'è l'effetto del farmaco sulla gravidanza, compreso il travaglio, il parto e l'allattamento?
- Il dosaggio o l'intervallo tra le somministrazioni deve essere modificato a causa della gravidanza?
- I rischi derivanti dall'utilizzo del farmaco superano i benefici?
Purtroppo, non abbiamo molte informazioni sugli effetti di molti farmaci sul feto. L'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) classifica i farmaci per l'uso in gravidanza secondo le seguenti categorie:
A – Beneficio materno dimostrato e rischio fetale assente o improbabile. Il farmaco va prescritto.
B – Beneficio materno dimostrato e rischio fetale ignoto. Il farmaco può essere prescritto ponendo attenzione ad evidenziare eventuali danni fetali.
C – Beneficio materno dimostrato e rischio fetale dimostrato. Se possibile, la prescrizione dovrebbe essere evitata. Deve essere verificata la possibilità di alternative terapeutiche per tutelare al salute materna con minori effetti fetali.
D – Beneficio materno non dimostrato e rischio fetale assente o improbabile. Se possibile, la prescrizione dovrebbe essere evitata visto il non dimostrato beneficio per la salute materna.
E – Beneficio materno non dimostrato e rischio fetale ignoto. Il farmaco non deve essere prescritto.
F – Beneficio materno non dimostrato e rischio fetale dimostrato. Il farmaco non deve essere prescritto. Tale classificazione presenta indubbiamente dei limiti dovuti alla complessità dei singoli casi che andranno discussi di volta in volta con il medico.
Farmaci
La maggior parte degli asmatici assume almeno 2 tipi di farmaci: uno per la prevenzione “a lungo termine” ed il controllo dei sintomi asmatici ed uno rapido di “emergenza” in caso di attacco. I farmaci a lungo termine vengono assunti quotidianamente anche in assenza di sintomi. Durante la gravidanza, i corticosteroidi inalatori sono il caposaldo per la terapia di controllo a lungo termine. Spesso i farmaci a lungo termine sono presenti in combinazione in una singola preparazione che contiene, ad esempio, i corticosteroidi inalatori ed una broncodilatatore a lunga durata di azione. I farmaci di emergenza vanno assunti sono alla comparsa dei sintomi. I broncodilatatori a breve durata di azione sono, di solito, la prima scelta per una rapida risoluzione dei sintomi.
Farmaci di controllo e di prevenzione
Corticosteroidi inalatori: i corticosteroidi prevengono i sintomi tramite la limitazione dell'edema (rigonfiamento) e della secrezione del muco nelle vie bronchiali che avviene di pari passo con l'infiammazione. Essi aiutano a prevenire gli attacchi gravi di asma. Rappresentano i farmaci a lunga durata di azione più conosciuti per le donne in stato interessante in quanto sono efficaci e sono considerati sicuri in gravidanza. Causano pochi effetti collaterali. Alcuni esempi sono la budesonide (Pulmaxan, Aircort) ed il beclometasone (Clenil).
Inibitori dei leucotrieni: questi farmaci agiscono bloccano delle sostanze prodotte dalle cellule del nostro organismo (i leucotrieni) che causano ispessimento e spasmo delle vie aeree. Questi farmaci sono considerati sicuri durante la gravidanza ma, in generale, essi non sono efficaci in un numero così alto di pazienti come gli steroidi inalatori. Un esempio di tali farmaci è il montelukast (Singulair, Montegen).
Broncodilatatori inalatori a lunga durata di azione: questi farmaci sono spesso utilizzati in associazione con gli steroidi inalatori per sintomi severi o notturni. Vengono anche utilizzati per prevenire l’asma indotto da esercizio fisico. Dato che la loro azione è ritardata, essi non vanno impiegati nel trattamento di emergenza (vedi broncodilatatori inalatori a breve durata di azione descritti di seguito). Esempi di broncodilatatori inalatori a lunga durata di azione includono il salmeterolo (Serevent) ed il formoterolo (Foradil).
Metilxantine: questi farmaci hanno una azione rilassante sulla parete delle vie respiratorie. Sono stati associati a travagli pretermine ma, in generale sono considerati sicuri in gravidanza. Non vengono impiegati in larga scala come gli altri farmaci a lunga durata di azione in quanto non sono efficaci per molti pazienti. Il più ampiamente utilizzato è la teofillina (Frivent, Aminomal).
Cromoni: questi farmaci prevengono l’ostruzione delle vie respiratorie e vengono utilizzati per lo più per prevenire gli attacchi scatenati da esercizio fisico, dall’aria fredda o dalle allergie. Sono considerati sicuri in gravidanza ma, non sono efficaci in molte persone al pari degli altri farmaci per il controllo a lungo termine. Degli esempi di tali farmaci sono rappresentati dal sodio nedocromile (Tilde) ed il cromoglicato sodico (Lomudal).
Farmaci di emergenza
Broncodilatatori inalatori a breve durata di azione: questi farmaci inalatori dilatano rapidamente le vie respiratorie alleviando la sensazione di oppressione toracica, il respiro sibilante e la sensazione di fiato corto. Essi sono relativamente sicuri in gravidanza in quanto solo una piccola quantità viene assorbita nel flusso sanguigno. Questi farmaci hanno generalmente pochi effetti negativi sul feto. Un esempio è rappresentato dal salbutamolo (Ventolin).
Corticosteroidi orali (assunti in pillole): questi farmaci vengono somministrati solo per brevi periodi di tempo fino a quando le altre medicine cominciano a funzionare e l’asma non venga controllato. Il loro impiego in gravidanza è controverso ma le evidenze scientifiche li indicano come sicuri. Esempi di questi farmaci sono il prednisone (Deltacortene) ed il metilprednisolone (Medrol).
Anticolinergici: in forma inalatoria sono utilizzati in aggiunta ai broncodilatatori (o al posto di questi ultimi nelle persone che non possono assumerli) per alleviare si sintomi severi. Un esempio è rappresentato dall’ipratroprio bromuro (Atem).
Farmaci da evitare
Antistaminici e decogenstionanti: sono impiegati per alleviare l’ostruzione nasale, lo sgocciolamento, il prurito nasale, gli occhi rossi o gli altri sintomi allergici di minore rilevanza. La loro sicurezza in gravidanza non è conosciuta. Se possibile, evitare l’uso regolare di adrenalina ed altri farmaci ad essa correlati (alfa-adrenergici) in quanto possono mettere a grave rischio il feto. L’adrenalina può essere somministrata per via iniettiva per trattare un attacco severo di asma o una reazione allergica altrimenti fatale (shock anafilattico). Se si manifestano queste evenienze, il trattamento rapido ed efficace è fondamentale per ridurre il rischio di privazione di ossigeno del feto.
Aspirina ed altri farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS): questi farmaci sono utilizzati per alleviare i mal di testa, i dolori muscolari, le infiammazioni e la febbre. Essi non sono raccomandati nelle ultime fasi della gravidanza. Se si rende necessaria l’assunzione di farmaci per il controllo del reflusso gastroesofageo (bruciore di stomaco), evitare l’uso regolare di antiacidi contenenti bicarbonato e magnesio.
Altri trattamenti
Vaccino antinfluenzale: può aiutare nel prevenire di prendere l’influenza. Il rischio di asma severo è molto alto se si è colti da influenza. Dato che un attacco di asma severo può privare il feto di ossigeno, il vaccino antinfluenzale è raccomandato nel secondo e terzo mese di gravidanza. (La sua sicurezza durante il primo trimestre è più controverso).
Immunoterapia specifica (detto anche vaccino antiallergico): se si era sottoposti ad immunoterapia specifica priva di rimanere incinte e non si sono avute reazioni severe non ci sono motivi per sospendere il trattamento durante la gravidanza. Ad ogni modo, non si dovrebbe iniziare un trattamento del genere nel corso di una gravidanza.
Esito della gravidanza
Gli attacchi di asma possono avere alcuni effetti negativi sul risultato della gravidanza. Uno scarso controllo dell’asma si associa a nascita pretermine, basso peso alla nascita, mortalità intrauterina ed ipertensione nelle donne gravide. Le donne che rimangono incinte mentre sono in trattamento per l’asma non dovrebbero sospendere la loro terapia a meno che non sono state specificatamente consigliate dal loro specialista.
Articolo tratto da http://verna.blog.tiscali.it/ su gentile concessione del Dr. Nicola Verna
Dr. Nicola Verna
Specializzato in:
- Allergologia e immunologia
MEDICITALIA.it
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