E' finalmente arrivata la primavera: sole, fiori ma anche fastidiose allergie di stagione. Starnuti a ripetizione, occhi che bruciano o complicazioni più gravi colpiscono con maggiore intensità coloro che soffrono di allergie respiratorie. Ed ogni anno sono circa 2500 le persone che si rivolgono agli ambulatori di Allergologia Respiratoria dell'Ospedale Bufalini di Cesena, con particolari picchi di frequenza in questo periodo. I principali 'responsabili' sono cipresso, betulla, nocciolo e ulivo.
"Ci sono allergie croniche presenti tutto l'anno - spiega il dottor Eraldo Berardi, responsabile del Servizio Allergologia Respiratoria dell'Ausl di Cesena - come quelle legate agli acari della polvere e ad alcuni animali o quelle più pericolose come lo shock anafilattico da punture di api e vespe. Nei mesi primaverili ed estivi, però, esplodono le forme allergiche stagionali legate alla pollinazione di numerose piante, che provocano disturbi di diversa entità, da un semplice raffreddore alla congiuntivite, fino a complicazioni più gravi come l'asma bronchiale.
Le principali piante all'origine di queste problematiche allergologiche respiratorie sono il cipresso (pollinazione già in gennaio e febbraio), la betulla, il nocciolo e l'ulivo (marzo e aprile), le graminacee (da aprile a giugno con una seconda pollinazione più lieve a settembre) e le composite (agosto e settembre).da inizio primavera ad autunno inoltrato. Le temperature "non proprio primaverili" di quest'anno, tuttavia, hanno allungato i tempi delle pollinazioni, che raggiungeranno i loro picchi verso la fine di maggio.
Negli ultimi decenni le allergie stagionali sono fortemente aumentate e si sono estese anche tra le persone tra i 40 e i 50 anni, un tempo "immuni", a causa dell'aumento dell'inquinamento ambientale, che determina un acuirsi di tutti i problemi all'apparato respiratorio.
"Evitare l'esposizione ai pollini presenti nell'aria - afferma il dottor Berardi - è praticamente impossibile. Alcuni farmaci alleviano momentaneamente il disturbo, ma non hanno efficacia né preventiva né curativa. A seconda dell'entità della forma allergica, si valuta l'opportunità di una vaccinoterapia desensibilizzante, che consiste nell'iniettare nel corpo un vaccino con lo stesso allergene per neutralizzare gli anticorpi prodotti dall'organismo e ridurre così le reazioni che indotte dall'allergia. L'efficacia del vaccino è dimostrata, sicura e priva di effetti collaterali, anche se non garantisce una copertura assoluta".
Se per le pollinosi il ricorso alla vaccinazione è da valutare di caso in caso (efficace soprattutto in caso di monosensibilizzazioni), per l'allergia da acari della polvere il vaccino è diventato ormai un trattamento irrinunciabile. Accanto, però, a un'attenta azione di prevenzione che interessa i luoghi in cui si trascorre il proprio tempo. Eliminare le sorgenti di polvere come tappeti, peluche o vecchi libri ed evitare stanze sovraffollate di oggetti sono precauzioni importanti.
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