Ripensando all’inizio di questa settimana mi sono ricordato che non abbiamo mai discusso con precisione dei vaccini iposensibilizzanti.
In allergologia esistono due tipi di vaccini iposensibilizzanti: quelli a alta dose e quelli ad bassa dose. I primi consistono in iniezioni sottocutanee o in somministrazioni per via orale di dosi sempre crescenti di antigene al fine di ottenere il blocco (anergia) dei globuli bianchi coinvolti nella risposta allergica. Diversamente i vaccini orali a bassa dose (quelli utilizzati da tutti i centri DRIA italiani) sono costituiti da una diluizione di antigene da far girare in bocca per qualche minuto e permettono il recupero della tolleranza nei confronti dello specifico antigene. In pratica è come se nel primo caso il sistema immunitario si arrendesse sotto l’attacco di dosi sempre crescenti di antigene mentre con i vaccini iposensibilizzanti è come se i globuli bianchi imparassero a convivere con le molecole di polline.
Tramite il Test DRIA è possibile identificare la concnetrazione più efficace per indurre un effetto positivo sul sistema immunitario e questo costituisce a tutti gli effetti un importante vantaggio nell’utilizzo di questa metodica per lo studio delle ipersensibilità alimentari. Non dimenticate poi che con i vaccini a bassa dose è possibile agire anche su intolleranze non strettamente alimentari come quelle ai pollini e agli acari per un’azione profonda di recupero della tolleranza.
Quelle di voi che hanno già fatto questo test sapranno sicuramente dare indicazioni utili sulla mia modalità di lavoro e sulla modalità di lavoro dei miei collaboratori.
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