Una nuova ricerca per arrivare a colpire il parassita Toxoplasma gondii si presenta come una promessa nella lotta alla toxoplasmosi, malattia che ancora oggi colpisce milioni di persone in tutto il mondo
La toxoplasmosi è una malattia causata da un parassita, il Toxoplasma gondii, che vive in alimenti contaminati e che, pertanto, si può contrarre assumendo questi cibi. Tra i vari cibi che ne possono essere portatori ci sono le carni crude o poco cotte, il latte non pastorizzato, le verdure crude non ben lavate, gli insaccati eccetera.
Questo parassita si ritiene viva anche nell’intestino di animali domestici come il gatto. Tuttavia è più probabile lo sia nel caso di animali liberi di girare all’aperto - e non gatti da alloggio - i quali lo contraggono in genere cibandosi di ratti o piccoli roditori che ne sono portatori. Alcuni studi hanno altresì evidenziato come sia poco probabile che l’uomo contragga questa infezione a causa della convivenza con i gatti.
Le persone più vulnerabili alla malattia sono le donne incinte, i bambini al di sotto dei dodici anni, gli anziani e le persone con un sistema immunitario compromesso. Nonostante la prevenzione sono comunque molte le persone che ogni anno contraggono l’infezione.
A motivo di ciò, l’US National Institutes of Health ha stanziato, cinque anni fa, 1,8 milioni di dollari per una ricerca che aveva come scopo trovare una soluzione per debellare la malattia.
Oggi, la dottoressa Silvia Moreno dell’Università della Georgia, pare abbia trovato un potenziale bersaglio da colpire per mezzo di nuove e mirate terapie.
Questo parassita si ritiene viva anche nell’intestino di animali domestici come il gatto. Tuttavia è più probabile lo sia nel caso di animali liberi di girare all’aperto - e non gatti da alloggio - i quali lo contraggono in genere cibandosi di ratti o piccoli roditori che ne sono portatori. Alcuni studi hanno altresì evidenziato come sia poco probabile che l’uomo contragga questa infezione a causa della convivenza con i gatti.
Le persone più vulnerabili alla malattia sono le donne incinte, i bambini al di sotto dei dodici anni, gli anziani e le persone con un sistema immunitario compromesso. Nonostante la prevenzione sono comunque molte le persone che ogni anno contraggono l’infezione.
A motivo di ciò, l’US National Institutes of Health ha stanziato, cinque anni fa, 1,8 milioni di dollari per una ricerca che aveva come scopo trovare una soluzione per debellare la malattia.
Oggi, la dottoressa Silvia Moreno dell’Università della Georgia, pare abbia trovato un potenziale bersaglio da colpire per mezzo di nuove e mirate terapie.
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