ad

venerdì 4 luglio 2014

Giorgio Faletti: «L’amore è una condanna a vita»

La passione per una donna va e viene, ma il legame con un figlio non lascia scampo. Giorgio Faletti non ha dubbi: «Si può fare un giallo anche scrivendo di paternità. Vuoi sempre sapere come va a finire...»
Per intervistare Giorgio Faletti occorre avere un buon grado di autostima. Perché lui, per i primi dieci minuti, risponde alle domande con un sorriso vagamente irritante.
Sì, insomma: con una faccia da sberle. Ha l’aria di uno che non prende sul serio niente (a parte se stesso). E ti mette davanti alla scelta: gli faccio altre tre domande di rito, e ciao? Oppure: vado avanti per sapere che cosa c’è dietro?
Dietro c’è la sua inquietudine. Faletti è un uomo che ha saputo metabolizzare la propria ansia, trasformandola in molti talenti (e, più prosaicamente, in molto denaro). In 61 anni è stato: pilota di rally, comico, cantante, comico-cantante, attore, scrittore di thriller diventati bestseller, paroliere, pittore…
E adesso ha fatto questo: Tre atti e due tempi (Einaudi). Un libro dove tutto è piccolo, a partire dalle dimensioni (solo 140 pagine, lui che di solito scrive tomi). C’è una piccola provincia, una piccola vita di un uomo schiacciato da un passato difficile, un piccolo corteggiamento che non diventa mai una relazione vera, un piccolo giallo che tira la volata, una pagina dopo l’altra.
Di grandissimo c’è l’amore dell’uomo (che non è riuscito a salvare se stesso) per il proprio figlio (che, dal padre, verrà invece salvato). «Il protagonista», dice Faletti, «è un tipo che ha sbagliato, si è riscattato, ma non è mai riuscito a perdonarsi. Un uomo che si è reso impermeabile a tutti gli affetti. Fino a che non vede che suo figlio rischia di fare i suoi stessi errori. E allora esce dall’ombra. E da quella specie di parcheggio dove aveva infilato la sua vita».
Basta thriller per Faletti?
«Tutti i romanzi sono thriller: quando li leggi vuoi sapere come vanno a finire».
Nei libri rosa finisce sempre “che si sposano”…
(Ride) «Il mio è un giallo. Ma io mi picco di definirlo una storia d’amore. Credo che ci sia anche nel libro una frase in cui dico che l’amore per i figli è una condanna a vita».
Perché dice “credo che ci sia”? Le hanno tagliato così tante pagine?
«No, non mi hanno tagliato niente. Fare l’editing del mio libro è semplicissimo. Io scrivo velocemente (per questo libro ci ho messo meno di due mesi), ma sono tignosissimo: prima di chiudere un capitolo devo considerarlo perfetto».
Lei è mai stato sul punto di finire dalla parte sbagliata, come il protagonista del suo libro?
«Moltissime volte».
Che cosa l’ha salvata?
«Una educazione sana (di provincia, appunto). E qualche mio talento».
Se hai troppi talenti rischi di non sfruttarne nessuno.
«Ma, i miei, me li sono trovati per le mani uno alla volta».
Come è successo che ha cominciato a scrivere?
«Ero stanco di fare il comico».
Perché?
«Perché non trovavo niente che mi facesse divertire. Avrei potuto andare avanti per inerzia, usare un po’ di “mestiere”. Sarebbe stato un brutto modo di diventare vecchio».
Si sente vecchio?
«Per la tv sì. Per tornarci, aspetto di diventare antico».
Nel frattempo: pittura, scrittura, un po’ di cinema…
«Ho fatto un sacco di cose. E, forse, tutte mi sono servite per arrivare alla scrittura».
Uno scrittore. È la sua identità definitiva?
«Per ora».
Com’è cambiata la sua vita intanto che lei cambiava professione?
«Non c’è nessuna relazione fra quello che faccio e la mia vita privata. Ho attraversato tante storie, qualcuna importante. Ma ho sempre evitato di indagare troppo sull’amore. So che anche gli incontri belli hanno un inizio, uno svolgimento e una fine. Niente mi ha mai segnato, ferito».
Fortunato in amore.
«Fortunato nella vita. Nella “schedina” del mio rapporto con le donne metto una X: siamo pari. Ne ho date quante ne ho prese».
Fuor di metafora?
«Mi è capitato di sentirmi dire da una donna le stesse cose che io avevo detto a un’altra, per mollarla».
Non avrà usato anche lei l’orrida frase: “Ti lascio perché tu meriti di più”?
«Quella no. Ma tutto il resto del repertorio sì. Da “prendiamoci una pausa di riflessione” a “ho bisogno di solitudine”».
Come ha reagito lei quando una donna le ha detto una di queste frasi?
«Da qualche parte, dentro di me, qualcosa rideva…».
Che cosa è veramente intimo per lei?
«Non so: Yamamay? Intimissimi? La Perla?».
Ah, ah. Non aveva smesso di fare il comico?
«Ok: intimo è guidare da solo sotto la pioggia. Intimo è nuotare sott’acqua, con tutto quel mistero intorno».
Insomma: intimità uguale solitudine.
«Esiste anche un’intimità a due. Ma bisogna essere solo in due: quando arriva lei, la noia, allora finisce tutto».
Che cosa la tranquillizza?
«Andare in macchina. Mi capita di “scrivere” mentre guido: prendo un registratore e detto righe su righe».
Scrivere è un gesto di grande intimità, con se stessi.
«Scrivendo scopro quante cose non so. Conosco tutta la mia ignoranza. E, al contrario, scopro di sapere cose che credevo mi fossero sconosciute. Rileggo e dico: “Però, che uomo interessante deve essere ’sto scrittore”».
Lei scherza, ma, secondo me, si compiace davvero.
«Senta: io ho cominciato a scrivere pensando a quello che mi sarebbe piaciuto leggere. Adesso, invece, scrivo quello che “voglio scrivere”. Scrivo di me. In questo libro c’è la mia provincia, la mia storia, c’è la mia malinconia…».Giorgio Faletti: «L’amore è una condanna a vita» - Grazia.it:



'

Nessun commento:


Il presente Blog è aggiornato senza alcuna periodicità e non rappresenta una testata giornalistica ai sensi della legge n.62 del 07.03.2001. Qualora immagini, video o testi violassero eventuali diritti d'autore siete pregati di segnalarlo e verranno rimosse.
Avviso sulla privacy: Per pubblicare gli annunci sul nostro sito web utilizziamo aziende pubblicitarie indipendenti. Queste aziende possono utilizzare questi dati (che non includono il tuo nome, indirizzo, indirizzo email o numero di telefono) sulle tue visite a questo e altri siti web per creare annunci pubblicitari su prodotti e servizi che potrebbero interessarti. Se desideri ulteriori informazioni a questo proposito e per conoscere le opzioni disponibili per impedire l'utilizzo di tali dati da parte di queste aziende, fai clic qui.