Il bimbo ha la febbre? La Società italiana di pediatria spiega cosa fare
di Roberto Minelli
03 Aprile 2009 - Sono state recentemente pubblicate dalla Società Italiana di pediatria (S.I.P.) le linee guida sulla gestione del segno/sintomo febbre. L’aumento della temperatura è un evento scientificamente rilevante per la S.I.P. perché si verifica frequentemente e le linee guida rappresentano un percorso condiviso da tutti i medici basato sulle migliori conoscenze disponibili.
In medicina si definisce sintomo il disturbo presentato dal paziente (esempio mal di pancia, vomito, febbre) mentre il segno è un elemento della malattia rilevabile dal medico (hanno nomi diversi). La febbre rientra in entrambi i gruppi perché il paziente “se la sente addosso” e può essere misurata con il termometro sia dal paziente stesso che dal medico.
Le prime 7 raccomandazioni riguardano dove e come misurare la temperatura: all'ascella e con termometro elettronico. I termometri a mercurio non sono più in produzione e vendita e saranno smaltiti entro pochi anni. A domicilio il termometro timpanico a infrarossi dovrebbe essere evitato per il maggior pericolo di errori nella misurazione e nella lettura del display, talvolta piccolo e scarsamente comprensibile. Il livello della temperatura considerato da solo non è indice di gravità della malattia ma un bambino di meno di un mese di vita che abbia febbre viene ricoverato sempre perché potenzialmente a rischio per una malattia grave.
Per favorire la diminuzione della temperatura non sono indicate la manovre fisiche (spugnature, doccia, borsa del ghiaccio), che sono utili solo nell’ipertermia (temperatura rettale superiore a 41.5°C), né cortisonici o acido acetilsalicilico. Paracetamolo e ibuprofene (diversi nomi commerciali) sono gli unici farmaci contro la febbre utilizzabili nel bambino e solo quando ci sia, oltre alla febbre, uno stato di malessere generale; non è raccomandato un loro uso associato o alternato. Il paracetamolo può essere utilizzato fin dalla nascita.
La somministrazione del paracetamolo deve avvenire, preferibilmente, per via orale perché la dose è più precisa e l’assorbimento è più costante; è consigliata la via rettale (supposte) solo nel caso di vomito. La dose standard da somministrare deve essere calcolata in base del peso del bambino e non all’età e per dosare il farmaco si devono utilizzare gli appositi misurini oppure una siringa-dosatore ma non cucchiai o cucchiaini di uso domestico, di capacità diverse. Dosaggi elevati somministrati per via rettale aumentano il rischio di tossicità e se c’è il sospetto di un’intossicazione è bene rivolgersi immediatamente ad un Pronto soccorso.
Nella varicella, tanto frequente in questo periodo, non è consigliabile l’impiego dell’ibuprofene. E per finire, gli antipiretici non sono indicati per la prevenzione della febbre o delle reazioni locali nei bambini sottoposti alle vaccinazioni oppure per le convulsioni febbrili. In altre parole, la febbre o le reazioni da vaccino, così come le convulsioni, vengono lo stesso anche se si somministrano gli antipiretici. Ci sono anche altre raccomandazioni ma sono rivolte principalmente ai medici. Per chi volesse approfondire, la stesura completa delle linee guida sulla febbre è consultabile liberamente sul sito della S.I.P.
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