Fratture d'anca uomini e donne
non recuperano allo stesso modo
Il sesso incide sulla ripresa, anche se molto dipende dallo stato di salute precedente
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Uomini e donne non sono uguali se, da anziani, vanno incontro alla frattura dell'anca. Secondo una ricerca appena uscita sugli Archives of Gerontology and Geriatrics, infatti, dopo una frattura le donne recuperano meno bene il tono dell'umore e la funzionalità rispetto agli uomini.
PICCOLO STUDIO – La ricerca, condotta da un gruppo di geriatri del Sapir Medical Center di Kfar Saba, in Israele, ha coinvolto 99 ultrasessantacinquenni (64 donne e 35 uomini) reduci da una frattura dell'anca per la quale erano finiti sotto i ferri del chirurgo. Tutti avevano intrapreso un percorso di riabilitazione: i ricercatori hanno cercato di capire se vi fossero differenze in termini di recupero valutando l'intensità del dolore, la ripresa della funzionalità dell'articolazione, il tono dell'umore prima e dopo l'intervento riabilitativo. Secondo i dati raccolti, entrambi i sessi fanno riabilitazione per tempi paragonabili e recuperano abbastanza bene la funzionalità motoria; le donne però hanno maggiori difficoltà a riprendersi se devono fare i conti con un umore un po' depresso e pure la funzionalità motoria viene riconquistata con maggior difficoltà. Molto però dipenderebbe dallo stato di salute dei pazienti prima della frattura: stando ai risultati, chi in precedenza stava peggio aveva anche più problemi nel riprendersi.
DIFFERENZE – Questo pare l'unico risultato della ricerca con cui si dice pienamente d'accordo Gerolamo Bianchi, reumatologo all'ospedale di Arenzano (Ge) e presidente della Società Italiana dell'Osteoporosi del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (Siommms): «Le differenze di genere in effetti esistono, ma tutti gli studi fatti finora vanno nella direzione opposta e indicano una ripresa più difficoltosa nel sesso maschile – riferisce Bianchi –. Dopo le fratture la mortalità dell'uomo è superiore a quella della donna e così anche il grado di disabilità residua: lo dicono studi epidemiologici assai più ampi di quest'ultima ricerca, che perciò mi sembra da prendere con le pinze». Uomini e donne non sono uguali, insomma, ma forse chi ci guadagna è la donna: «L'impatto delle fratture è maggiore negli uomini, soprattutto se sono rimasti soli: la donna è più indipendente e in grado di prendersi cura di se stessa, gli uomini non di rado sanno gestirsi meno bene – prosegue Bianchi –. Anche i riabilitatori sanno che il sesso maschile è in media più fragile, per cui l'approccio di base è lo stesso per tutti, ma di questo aspetto viene tenuto conto. Ricordando tuttavia che ciò che più conta, come in effetti ammettono anche gli israeliani, è il grado di autonomia e salute precedente alla frattura: chi già prima è in condizioni non ottimali trova poi sicuramente maggiori difficoltà nel recupero».
Elena Meli
15 aprile 2009
http://www.corriere.it/salute/reumatologia/09_aprile_15/fratture_anca_sesso_6c126972-29a1-11de-8317-00144f02aabc.shtml
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