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domenica 9 agosto 2009

osteoporosi,l'acidità di stomaco ostacola l'assorbimento del calcio

L'acidità dello stomaco dietro l'Osteoporosi




Il grado di acidità dello stomaco influisce sull'assorbimento del calcio


Uno studio del Consiglio nazionale delle ricerche di Milano (Itb-Cnr), presso l’Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Mi), suggerisce che se il pH (ovvero il grado di acidità) dello stomaco non è adeguatamente acido, le cure contro l’osteoporosi risultano vane.

La dr.ssa Anna Villa che ha coordinato lo studio spiega come si è giunti a questa scoperta e racconta: «Siamo partiti da uno studio sull’osteopetrosi, una grave patologia genetica che determina e la deformazione e l’ispessimento delle ossa, praticamente il contrario dell’osteoporosi, che provoca invece lo sfaldamento osseo. Studiando questi pazienti, abbiamo capito che il difetto da essi presentato della pompa protonica, un complesso enzimatico preposto all’acidificazione dell’ambiente esterno alla cellula ossea, svolge un ruolo anche nelle cellule dello stomaco, che acidificano l’ambiente consentendo la digestione del cibo. Abbiamo scoperto che il difetto di acidificazione da parte delle cellule dello stomaco causa un diminuito riassorbimento del calcio, che determina rachitismo nel bambino, mentre nell’adulto potrebbe contribuire all’osteoporosi».

L'articolato studio ha messo in evidenza questa possibile causa dopo tre anni di ricerca e sperimentazione avvenuta sia su modelli animali che sull'uomo – 13 pazienti affetti da osteopetrosi - . Questo ha permesso di gettare nuova luce su di una patologia che interessa il 15% della popolazione oltre i 65 anni d'età, permettendo di pensare a nuove cure e trattamenti per questo tipo di malattia.
A tale proposito la dr.ssa Villa sottolinea: «Non solo abbiamo capito che il calcio carbonato, che di solito viene somministrato insieme alla vitamina D3 per prevenire e contrastare l’osteoporosi, non viene assorbito se l’ambiente dello stomaco non raggiunge livelli elevati di acidità, ma abbiamo anche dimostrato che il calcio gluconato può essere un suo valido sostituto, in quanto viene assorbito dall’organismo anche in presenza di un difetto di acidificazione. Si tratta di una scoperta che comporterà certamente un cambiamento nella terapia dell’osteoporosi, e dimostra come da studi genetici spesso scaturiscano inaspettate ricadute per le patologie più comuni».
Il lavoro è stato finanziato da Fondazione Cariplo e Telethon ed è stato pubblicato su "Nature Medicine".
Per informazioni: Anna Villa, Istituto di tecnologie biomediche del Cnr di Milano, e-mail: anna.villa@itb.cnr.it
(lm&sdp)

Fonte: Ufficio stampa Cnr

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