Viaggi: guai intestinali per un milione di italiani
Roma - Sono un esercito silenzioso di viaggiatori partiti baldanzosi, macchine fotografiche a tracolla, guida turistica e crema abbronzante, che si ritrovano nel bel mezzo della vacanza con fastidiosi problemi intestinali, diarrea, disidratazione, che finiscono nel migliore dei casi per rovinare la vacanza, nel peggiore con il ricovero in ospedale. La classica "maledizione di Montezuma" colpisce almeno un milione di italiani ogni anno, specie quelli che si recano in vacanza in un paese in via di sviluppo, che sia Africa, Sudamerica o Oriente. E ogni anno, i medici lanciano inviti all'informazione e alla prevenzione, spesso disattesi. "Chi viaggia in paesi esotici - spiega alla vigilia della nuova stagione estiva il gastroenterologo Vincenzo Nicosia, Segretario Nazionale della Societa' italiana di medicina dei viaggi e delle migrazioni - dovrebbe recarsi prima della partenza in un centro di medicina dei viaggi, per farsi dare consigli utili e indicazioni sui farmaci da portare con se'".
Le regole d'oro, ricorda Nicosia, sono semplici: non bere acqua fresca, non mangiare verdure se non cotte, ne' gelati, ne' ghiaccio, ne' tantomeno carni non perfettamente cucinate. E ancora, evitare di acquistare cibo da venditori ambulanti, bere solo acqua in bottiglia preferibilmente gasata (che e' meno contraffabile), o se proprio c'e' solo l'acqua del rubinetto provvedere a bollirla prima di berla. Cosi' come anche il latte va sempre bollito, per debellare i virus che sono all'orgine del 70% delle diarree del viaggiatore (mentre il restante 30% e' dovuto quasi tutto a protozoi come l'ameba). E se malgrado tutti questi accorgimenti Montezuma si accanisce, e si hanno comunque problemi intestinali, subentra la scorta di farmaci che e' bene portarsi in valigia per ogni viaggio. "Tra questi - spiega Nicosia - una nuova molecola da poco in commercio in Italia e' tra le piu' efficaci: il racecadotril, infatti, agisce sulla diarrea non bloccando la peristalsi, come fanno i piu' diffusi farmaci da tempo in commercio, ma favorendo il riassorbimento di liquidi, riportando cosi' la densita' delle feci a livelli quasi normali".
Portando il farmaco in valigia, insomma, non si corre il rischio di "stoppare" il problema intestinale cadendo nel problema opposto, cioe' la stipsi anche prolungata e le conseguenti infiammazioni al colon. "Con effetto immediato - spiega Nicosia - racecadotril 'normalizza' la diarrea, ha la stessa efficacia degli altri farmaci senza interrompere la normale attivita' intestinale". Tutti consigli indispensabili per i 20 milioni di italiani che ogni anno si recano all'estero, di cui due milioni in paesi in via di sviluppo. "Viaggiare non e' uno scherzo - sottolinea Nicosia - e bisogna essere prudenti: su 100.000 viaggiatori in paesi esotici, 50.000 hanno disturbi, 8.000 vanno dal medico, 5.000 sono costretti a letto e uno addirittura muore".
AGI Salute
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venerdì 14 agosto 2009
problemi intestinali del viaggiatore:come evitarli
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