insufficenza renale:se ti muovi vivi molto di più!

Insufficienza renale: l’esercizio fisico può allungare la vita
da 2 ore 56 minuti

Pensiero Scientifico" Versione stampabile I pazienti colpiti da insufficienza renale che sono più attivi fisicamente sembrano andare incontro a un minor tasso di decessi e di complicanze legate alla patologia rispetto ai pazienti che conducono una vita più sedentaria. Questo è quanto emerge da una ricerca pubblicata sulla rivista Clinical Journal of the American Society Nephrology. Continua a leggere questa notizia
“Molti pazienti colpiti da insufficienza renale muoiono prematuramente a causa di disturbi non direttamente legati ai reni”, spiega l’autore dello studio Srinivasan Beddhu che, assieme ai colleghi della Università dello Utah, ha messo in relazione i dati sulla mortalità e sui livelli di esercizio fisico di 15.368 adulti, il 5,9% dei quali affetti da insufficienza renale cronica, arruolati nello studio statunitense National Health and Nutrition Examination Survey III.

Dopo aver suddiviso il campione di pazienti in tre gruppi: fisicamente attivi, leggermente attivi e inattivi, i ricercatori hanno verificato gli individui attivi e affetti da insufficienza renale cronica andavano incontro a un tasso di mortalità a 7 anni inferiore del 56% rispetto agli individui inattivi affetti dalla stessa patologia. Una percentuale di decessi minore del 42% è stata invece evidenziata per gli individui leggermente attivi rispetto ai non attivi.

“Questi dati suggeriscono che l’attività fisica potrebbe avere benefici sulla sopravvivenza dei pazienti affetti da insufficienza renale cronica. Ciò risulta particolarmente evidente per gli individui allo stadio III dell’insufficienza renale, che spesso vanno incontro a decesso prima di giungere allo stadio finale della patologia”, conclude l’autore della ricerca Srinivasan Beddhu.

Fonte: Beddhu et al. Associations of Physical Activity with Mortality in Chronic Kidney Disease: NHANES III. Clinical Journal of the American Society Nephrology 2009; DOI: 10.2215/CJN.01970309

stefano massarelli