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martedì 9 febbraio 2010

invecchiare bene dipende dal Dna,ma se la natura non è stata benevola un'aiuto viene dal filler

Dove non può il Dna può il filler (almeno sulla pelle)
Ora sappiamo perché a parità d’anni all’anagrafe c’è chi sembra più giovane e chi al contrario più vecchio. Potrebbe essere ribattezzato gene Dorian Gray: è merito suo se una persona porta bene i suoi «anta», ma può anche diventare il gene responsabile di rughe e segni del tempo, se nel Dna c’è la variante «sbagliata». A stanarlo sono stati gli studiosi della University of Leicester e del Kings College di Londra, in una ricerca che ha guadagnato le pagine di «Nature Genetics». Secondo quanto riferito sulla rivista, si tratta di una mutazione riguardante un gene importante per la lunghezza dei «telomeri», le estremità del Dna che sono un po’ il termometro della longevità individuale.

Tutto scritto, dunque? Una ricerca che non si limita a indicarci il gene da benedire o maledire, a seconda della variante capitata in sorte. «Ma può aiutarci - spiega il cardiologo Nilesh Samani, dell’università di Leicester - anche a identificare in futuro quei pazienti che corrono maggiori rischi di sviluppare malattie comunemente legate all’invecchiamento, ma anche patologie cardiache e alcuni tipi di cancro».

A prescindere dal gene, se mai si potrà cambiarne il destino, la moda del ritocchino della pausa pranzo per fermare il tempo che passa non accenna a diminuire: nel nostro Paese i filler muovono un mercato stimato attorno ai 200 milioni di euro e ogni anno sono circa 500 mila gli uomini e oltre un milione e mezzo le donne fra i 30 e i 45 anni che si sottopongono alle iniezioni. E al filler si ricorre sempre prima: oggi la prima punturina arriva perfino entro i 30 anni.

La Società italiana di Dermatologia ha già proposto alle Autorità Sanitarie che, come negli Stati Uniti,i filler vengano equiparati ai farmaci iniettabili, così da avere finalmente maggiori garanzie per i pazienti che li scelgono. Le stesse che ci sono, oggi, per chi decide di utilizzare le iniezioni di botulino per spianare le rughe: nel 2009 in Italia si stima che siano state impiegate a fini estetici oltre 150mila fiale di tossina botulinicama non si è registrato neanche un caso di danno collaterale permanente.http://www.lastampa.it

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