Un tempo l'allergia ai pollini si manifestava con l'arrivo della primavera. Oggi, con l'aumento della temperatura media terrestre, il periodo delle allergie potrebbe estendersi in modo significativo e condurre anche a un aumento dei casi e dei sintomi. Questo è quanto sostiene uno studio italiano presentato al meeting annuale della American Academy of Allergy, Asthma & Immunology , tenutosi a New Orleans. Continua a leggere questa notizia
“L'incremento della radiazione globale determina un avanzamento della stagione dei pollini e un aumento del periodo di esposizione ai pollini”, spiega Renato Ariano, responsabile dell'ambulatorio di allergologia presso l'ospedale di Bordighera, in Liguria.
Per quasi trent'anni – dal 1981 e il 2007 - Ariano e i colleghi hanno registrato la quantità dei pollini presenti nell'aria di cinque piante molto comuni nella regione (betulla, cipresso, graminacee, parietarie e olivi) durante le diverse stagioni. Dai risultati è emerso che la stagione dei pollini nel caso delle parietarie si è estesa di ben 80 giorni nell'arco dell'ultimo trentennio mentre, per le piante di olivo, il periodo dei pollini tende a cominciare circa 30 giorni in anticipo rispetto al passato.
Allo stesso tempo, i ricercatori hanno verificato il grado di sensibilizzazione a questi pollini da parte della popolazione ligure nel corso del tempo. Dagli esami dei prick test è emerso che, con l'aumento del numero di pollini nel corso dell'anno, sempre più persone tendono a mostrare una maggiore tendenza a questo tipo di allergie. “Abbiamo osservato un incremento costante della percentuale di soggetti sensibili agli olivi, alle parietarie e al cipresso, mentre la percentuale di soggetti sensibili agli acari della polvere rimaneva costante nel corso dei 27 anni”, ha sottolineato Giovanni Passalacqua, tra gli autori dello studio.
Fonte: American Academy of Allergy, Asthma & Immunology annual meeting. New Orleans; 1
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