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sabato 13 marzo 2010
La pillola anticoncezionale riduce il rischio di patologie cardiovascolari
(PRIMAPRESS) ABERDEEN – Test scientifici dimostrano che la pillola anticoncezionale riduce il rischio di essere colpiti da patologie di tipo cardiovascolare. Lo studio, condotto su un campione di 46 mila donne, ha evidenziato che il contraccettivo ha prodotto benefici non soltanto per la cura dell’acne, dell’endometriosi, delle cisti funzionali e dell’ovaio micropolicistico, ma sembrerebbe avere un effetto positivo anche nel diminuire drasticamente l’eventualità di contrarre forme di neoplasie e malattie del cuore. A renderlo noto l’equipe di ricercatori dell’Università di Aberdeen, che comunque precisano, come ciò valga solamente a lungo termine. Nel breve periodo, invece, i soggetti risulterebbero maggiormente esposti a rischi cardiovascolari, ma, afferma il coordinatore della ricerca Philip Hannaford, “si tratta di pericoli che comunque possono essere ridotti al minimo evitando di fumare, tenendo sotto controllo la pressione arteriosa e prendendo parte a programmi di screening. Questi rischi scompaiono poi nel lungo periodo, mentre osserviamo qualche piccolo beneficio per la salute di chi sceglie la pillola contraccettiva”. L’indagine, durata 39 anni, ha mostrato come chi utilizza tale metodo contraccettivo abbia un tasso di mortalità inferiore rispetto alle donne che non ne fanno uso. Per questo “molte donne – dichiara il professore – specialmente quelle che hanno utilizzato la prima generazione di contraccettivi orali diversi anni fa, saranno rassicurate dai nostri risultati. Tuttavia, l’esito della ricerca potrebbe non riflettere l’esperienza delle donne che usano gli attuali anticoncezionali per bocca, che hanno preparazioni differenti”. Nel mercato attuale, sono disponibili pillole diverse da quelle utilizzate durante il periodo della ricerca; il dosaggio ormonale unitario è diminuito drasticamente nel tempo, ma la sicurezza contraccettiva è rimasta inalterata. Gli scienziati rassicurano l’universo femminile affermando che, con molta probabilità, i risultati dello studio possono essere estesi anche al giorno d’oggi. (PRIMAPRESS)
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