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martedì 22 marzo 2011

ALLATTAMENTO:QUANDO IL LATTE è POCO


L'allattamento al seno è determinato da una complessa articolazione di fenomeni più o meno conosciuti. Sappiamo, ad esempio, che la suzione, così come il riposo notturno, inducono, attraverso stimoli delle fibre nervose che arrivano al cervello, un aumento della prolattina, ormone che determina la secrezione delle ghiandole mammarie; ma tanti perché sull'allattamento al seno sono senza risposta. Uno fra tutti: per quanto tempo una mamma potrà allattare?

Comunque, come già scritto su questa rubrica, prima di prevedere una eventuale aggiunta con latte adattato (ben diverso dal latte vaccino) bisogna riscontrare oggettivamente che il bambino ha smesso di crescere: se non fosse così sconsiglieremmo qualunque aggiunta.

La situazione proposta dalla domanda si riscontra frequentemente nel lavoro quotidiano del pediatra, perché l'allattamento è influenzato e condizionato moltissimo da vari fattori. Innanzitutto la mamma, dovendo accudire anche un altro bambino piccolo, ha molto meno tempo per riposarsi e rilassarsi; ma potrebbero esserci stati anche momenti di particolare stress (ad esempio, la ripresa anche parziale del lavoro o una malattia intercorsa) a portare a questa situazione.

Non esistono sostanze che, sottoposte a serie sperimentazioni cliniche, abbiano determinato un sicuro aumento della produzione di latte materno. In commercio esistono diversi prodotti che si vantano di tale effetto, così pure molte tradizioni popolari, ma non ci sentiamo di raccomandarne alcuno.



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