GLI ESPERTI TRANQUILLIZZANO
«Contagio radioattivo? Nessun pericolo»
Tra i vari allarmi dopo le esplosioni nella centrale nucleare di Fukujima, ora potrebbe scoppiare
quello degli «untori di radiazioni»
MILANO - Tra i vari allarmi che si sono moltiplicati nell'opinione pubblica internazionale, dopo le esplosioni nella centrale nucleare di Fukujima, ora potrebbe scoppiare quello del «contagio radioattivo». All'aeroporto di Seul, su tre passeggeri provenienti dalla zona «incriminata», sono stati riscontrati livelli insoliti di radioattività, sul cappello e sul cappotto, superiori a quelli considerati normali dall'Agenzia per la Sicurezza Nucleare sud-coreana. Non tali però da comportare pericoli per la salute pubblica : i tre viaggiatori sono stati autorizzati a circolare liberamente.
RISCHI EVENTUALI - Qual'è dunque la soglia reale di pericolo? E, soprattutto, la radioattività è davvero contagiosa? «È molto difficile - spiega Lorenzo Bianchi, direttore fisico-sanitario dell'Ospedale di Busto Arsizio -. L'area interessata dalle radiazioni è stata prontamente isolata. E le autorità sanitarie nipponiche hanno subito agito in termini preventivi, fornendo alla popolazione pastiglie di iodio per evitare la contaminazione dallo iodio invece radioattivo. Soltanto le persone che stanno operando nella centrale, i pompieri ad esempio, potrebbero essere sottoposti ad esposizioni tali da poter rappresentare un pericolo». Bianchi esclude però che a questi soggetti possa essere data l'autorizzazione a lasciare il paese: «Verranno messi sicuramente in quarantena».
SOLO PER VIE URINARIE - Ipotizziamo però che uno di costoro riesca a venire in Italia: «Una radioattività di questo tipo, quando presente in quantità elevate, si trasmette soprattutto per vie urinarie. Pure qui mi sento quindi di escludere qualsiasi possibilità di contagio. Oltretutto, queste persone non passerebbero i controlli all'aeroporto. Se, ad esempio uno si sottopone a una scintografia tiroidea, un banale trattamento medico che prevede esposizioni alle radiazioni, e poi prende un aereo per Chicago, verrebbe immediatamente fermato alla dogana».
NUBI LONTANISSIME - Se non il contagio «uomo a uomo», rimane l'eventualità delle «nubi contaminate» e delle conseguenti pioggie radioattive. Potrebbero mai cadere sul nostro Paese, come accadde per Chernobil, 25 anni fa? «Mi sembra una possibilità ancor più remota- conclude Bianchi- Soltanto una fortissima esplosione potrebbe sparare a 10.000 metri d'altezza le radiazioni. Che dovrebbero poi innestarsi sui jet Streams, le correnti a getto. Per giungere al massimo in Sud Corea o alle Hawaii. In quel caso, basterebbe prescrivere pastiglie di iodio agli abitanti di quelle aree. E il pericolo verrebbe scongiurato immediatamente».
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