La manovra di Kristeller, eponimo del ginecologo tedesco Samuel Kristeller (1820–1900)[1] che per primo la descrisse nel 1867, è una manovra ostetrica, eseguita durante il parto in contemporanea con la contrazione. Consiste nell'applicazione di una spinta a livello del fondo dell'utero con lo scopo di facilitare l'espulsione della testa fetale in fase espulsiva avanzata.
Anche se è tutt'oggi molto utilizzata, spesso anche nei casi di non urgenza, tale manovra non è esente da rischi tanto che in molti stati europei è vietata dalla legge (es. Inghilterra). Nel nostro paese ne è fortemente sconsigliata l'adozione nel parto vaginale dopo cesareo[2] sebbene in occasione di distocie (anomalie nello svolgimento del parto), tale manovra può risultare ammissibile[3]. La complicanza più temuta, anche se rara, è la rottura d'utero. Possono invece verificarsi con maggior frequenza, lacerazioni perineali causate dalla rapida espulsione della testa fetale.
Tale manovra trova pertanto indicazione soltanto quando ci sia urgenza di espletare il parto e la testa fetale si trovi già al piano perineale, prima di utilizzare il più pericoloso forcipe.
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