È uno degli spauracchi dell’estate. Perché è fastidioso, sgradevole per chi lo “produce”, ma anche per chi ci entra in contatto: visivo e… olfattivo. Parliamo del sudore, tra i più classici nemici di un’estate serena e sana. Tutti pensano di conoscerlo fin troppo bene, escogitando le misure più strambe per arginarlo ed eliminarlo. Ma sono pochi quelli che possono dire di saperlo contrastare a dovere. L’arma fondamentale è sapere anzitutto come nasce e com’è fatto. Vediamo.
Il sudore è fatto per il 99% da acqua e per l’1% da urea, acido lattico, ammoniaca e sali, soprattutto potassio. Viene prodotto da due ghiandole sudoripare: le eccrine, attive fin dalla nascita del bimbo e diffuse su tutto il corpo, in particolare sul palmo delle mani e sulla pianta dei piedi; le apocrine che entrano in azione durante la pubertà e ...
.. sono collocate perlopiù sotto le ascelle e all’inguine. Il nostro corpo produce tre tipi di sudorazione: i problemi arrivano se non viene rispettato un certo equilibrio.
1) Euidrosi. Costituisce il 98% della sudorazione. Incolore, inodore e liquida, regola la temperatura del corpo in base a quella esterna.
.
2) Bromidrosi. Costituisce l’1,9% della sudorazione. È più lattiginosa e più odorosa rispetto all’euidrosi perché ricca di ferormoni (le sostanze che conferiscono alla pelle il suo odore caratteristico). Può essere più o meno intensa a seconda delle persone.
3) Cromidrosi. Rappresenta una quota minima (lo 0,1%), ma conferisce al sudore il colore: causa l’alone di un tono giallo più o meno intenso, che a volte si nota all’altezza delle ascelle di chi indossa abiti chiari.
E se l’igiene da sola non basta a tenere sotto controllo il problema?
Si può ricorrere ad alcune terapie a base di farmaci. Per esempio, gli anticolinergici: bloccano l’acetilcolina, cioè la sostanza che stimola la produzione del sudore. Ma è una terapia impegnativa, per questo viene prescritta solo quando il problema è molto grave.
Alternative?
Se il problema è di origine soprattutto nervosa, possono essere utili gli ansiolitici. Per risolvere invece il disagio psicologico legato all’iperidrosi, c’è chi si rivolge alla psicoterapia: la cadenza delle sedute e la durata della terapia vengono di solito decise dal terapista in base al colloquio iniziale. Oppure ci sono soluzioni più radicali.
Per esempio?
Iniezioni di tossina botulinica. Questa sostanza ha la capacità di agire sulle terminazioni nervose che producono l’acetilcolina, impedendone il rilascio. L’iniezione viene effettuata direttamente nel cavo ascellare e l’effetto dura circa 4-6 mesi
http://staibene.libero.it
Il sudore è fatto per il 99% da acqua e per l’1% da urea, acido lattico, ammoniaca e sali, soprattutto potassio. Viene prodotto da due ghiandole sudoripare: le eccrine, attive fin dalla nascita del bimbo e diffuse su tutto il corpo, in particolare sul palmo delle mani e sulla pianta dei piedi; le apocrine che entrano in azione durante la pubertà e ...
.. sono collocate perlopiù sotto le ascelle e all’inguine. Il nostro corpo produce tre tipi di sudorazione: i problemi arrivano se non viene rispettato un certo equilibrio.
1) Euidrosi. Costituisce il 98% della sudorazione. Incolore, inodore e liquida, regola la temperatura del corpo in base a quella esterna.
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2) Bromidrosi. Costituisce l’1,9% della sudorazione. È più lattiginosa e più odorosa rispetto all’euidrosi perché ricca di ferormoni (le sostanze che conferiscono alla pelle il suo odore caratteristico). Può essere più o meno intensa a seconda delle persone.
3) Cromidrosi. Rappresenta una quota minima (lo 0,1%), ma conferisce al sudore il colore: causa l’alone di un tono giallo più o meno intenso, che a volte si nota all’altezza delle ascelle di chi indossa abiti chiari.
E se l’igiene da sola non basta a tenere sotto controllo il problema?
Si può ricorrere ad alcune terapie a base di farmaci. Per esempio, gli anticolinergici: bloccano l’acetilcolina, cioè la sostanza che stimola la produzione del sudore. Ma è una terapia impegnativa, per questo viene prescritta solo quando il problema è molto grave.
Alternative?
Se il problema è di origine soprattutto nervosa, possono essere utili gli ansiolitici. Per risolvere invece il disagio psicologico legato all’iperidrosi, c’è chi si rivolge alla psicoterapia: la cadenza delle sedute e la durata della terapia vengono di solito decise dal terapista in base al colloquio iniziale. Oppure ci sono soluzioni più radicali.
Per esempio?
Iniezioni di tossina botulinica. Questa sostanza ha la capacità di agire sulle terminazioni nervose che producono l’acetilcolina, impedendone il rilascio. L’iniezione viene effettuata direttamente nel cavo ascellare e l’effetto dura circa 4-6 mesi
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