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mercoledì 20 agosto 2014

TIROIDE: MARE, LATTE E ALGHE, COSA FUNZIONA DI PIU?


Che l'aria di mare sia ricca di iodio è un mito da sfatare. Ecco i consigli dell'esperto di OK prof. Decio Armanini, per la salute della nostra tiroide.


Che l'aria di mare sia ricca di iodio è un mito da sfatare. Ecco i consigli dell'esperto di OK prof. Decio Armanini, per la salute della nostra tiroide.
Come comportarsi durante le vacanze se si è affetti da iper o ipotiroidismo? Il mare è consigliato? E quali sono gli alimenti alleati della tiroide? Ecco i consigli diDecio Armanini, Professore di Endocrinologia presso l’Università di Padova (puoi chiedergli un consulto).
Un buon funzionamento della tiroide è alla base di una buona qualità di vita.
Certo. A questo proposito va sottolineato che il 10 per cento della popolazione italiana soffre di disturbi della tiroide. Lo iodio è la benzina della tiroide perché è un elemento fondamentale per la sintesi di ormoni tiroidei. Questi svolgono un ruolo determinante nelle fasi dello sviluppo e nel mantenimento dell’equilibrio metabolico dell’organismo. L’ipertiroidismo si verifica quando la tiroide “lavora” troppo, mentre nell’ipotiroidismo lavora troppo poco. Nel primo caso, che è pericoloso per il cuore e per gli altri organi, bisogna tenere sotto controllo la funzione tiroidea. Va specificato che i casi di iper o ipo tiroidismo vanno valutati individualmente, studiando una terapia farmacologica e dietetica specifica. Ogni caso è a sé. In una persona sana, il fabbisogno giornaliero di iodio è di 150 microgrammi, quantità che aumenta in gravidanza (il feto ha bisogno di iodio per sviluppare il sistema nervoso) e durante l’allattamento fino a 250-300 microgrammi. In quali alimenti è presente una più alta concentrazione di iodio? Pesce azzurro e latte. Per apportare al nostro organismo la quantità di iodio necessaria basterebbe bere circa due bicchieri di latte al giorno. E’ da tener presente che però molte persone sono intolleranti al lattosio.
Ma il mare fa bene alla tiroide?
Sfatiamo un mito: nell’aria dei nostri mari non c’è più iodio. A tale proposito la dottoressa Caterina Mian, dell’Unità Operativa Complessa di Endocrinologia dell’Azienda ospedaliera e Università di Padova, che è il centro di riferimento per la iodoprofilassi sia del Veneto sia del Friuli Venezia Giulia, ha realizzato uno studio dettagliato. Le conclusioni evidenziano che l’eliminazione di iodio nelle urine, che è un indice dello iodio ingerito, sia minore a Sottomarina, nota spiaggia balneare del Veneto, rispetto a Padova città di pianura. Questo risultato sfata la credenza che l'aria di mare influenzi in modo sensibile la concentrazione di iodio nell'organismo. Nei casi di ipotiroidismo, che tra l’altro deve essere trattato subito, il “problema” mare non sussiste. In quelli di ipertiroidismo, invece, il mare non va bandito, ma prendendo alcuni accorgimenti: evitare gli eccessi di sudorazione e il sole nelle ore più calde, limitare il consumo di pesce azzurro e di sale iodato. In una battuta si potrebbe aggiungere che non si deve bere acqua di mare che è ricca di iodio.
E l’attività fisica?
Se parliamo di agonismo, ci sono numerosi atleti e giocatori di serie A che soffrono di ipotiroidismo, ma seguendo la terapia corretta il problema non sussiste. Al contrario chi è affetto da ipertiroidismo dovrebbe astenersi dall’agonismo per un discorso di sudorazione e tachicardia, disturbi che aumentano con la pratica dell’attività fisica intensa. Quando la terapia inizia a funzionare si potrà  poi riprendere gradualmente.
Da anni è presente sulle nostre tavole il sale iodato. Che cosa è la Iodoprofilassi?
La Legge n. 55/2005 prevede interventi di iodoprofilassi, mentre dal 2009 c’è l’obbligo di verificare l’uso del sale iodato nelle mense scolastiche. A tale proposito è stato istituito l’Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia (OSNAMI) che ha il compito di programmare e coordinare le attività della iodoprofilassi, e di monitorare eventuali variazioni nella frequenza di patologie tiroidee nella popolazione, con particolare riguardo al gozzo, all’ipotiroidismo congenito e all’ipertiroidismo. Inoltre, promuove e vigila sull’uso del sale iodato nell’intero Paese. In Italia c’è stato un miglioramento dell’assunzione di iodio rispetto al passato, ma persiste una carenza nutrizionale di iodio che, seppure non severa, determina ancora un’alta frequenza di gozzo e di altri disordini correlati. Un altro importante obiettivo è di evitare l’esposizione della popolazione a un eccesso di iodio che può provocare un aumento (generalmente transitorio) dell’incidenza di ipertiroidismo e di autoimmunità tiroidea.
Quali categorie sono più a rischio di sviluppare patologie tiroidee?
Le donne sono più esposte ai disturbi endocrini e dunque hanno una più alta possibilità di ammalarsi di iper o di ipotiroidismo, perché sono più esposte a squilibri ormonali. Le donne in gravidanza e i neonati sono più sensibili alla carenza di iodio. Anche i contraccettivi possono squilibrare la funzione tiroidea in quanto riducono l’efficacia della terapia per l’ipotiroidismo, rendendo di solito necessaria una dose più alta di supplemento di ormoni tiroidei. A questo proposito va evidenziato che il 30 per cento dei casi di ipotiroidismo nelle donne si associa a problemi ginecologici e in particolare alla sindrome dell’ovaio policistico, caratterizzata da disturbi mestruali, peluria e altre problematiche.
Alghe marine e creme a base di alghe, snellenti. Funzionano davvero?
Le alghe marine, e i prodotti che li contengono, hanno un’alta percentuale di iodio. L’unica alga che non contiene iodio e aiuta a dimagrire perché riduce il senso di appetito è l’alga spirulina che cresce nell’acqua dolce o salmastra. Molti farmaci, e le creme snellenti in particolare, contengono alte percentuali di ormoni tiroidei o iodio che vanno ad agire sul funzionamento della tiroide e questo può creare degli scompensi. Non ha senso avere un ipertiroidismo per dimagrire di uno o due chili.
Eliana Canova

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