Aerofagia - Aerogastria
Aerofagia significa inghiottire in maniera involontaria dell'aria, spontaneamente o assieme al cibo. Grazie alla struttura gastrica nonché alla posizione eretta e al movimento, quest'aria viene espulsa in maniera normale e naturale. Allorché essa viene inghiottita durante un pasto, è possibile espellerla con un'eruttazione. Se non correttamente eliminata, l'aria ingerita produce aerogastria, cioè un rigonfiamento, un gonfiore dello stomaco a volte assai fastidioso e disagevole; lo stomaco non elimina più l'aria deglutita perché il diaframma e le strutture muscolari e nervose che controllano l'esofago sono serrate, tese. A farsi carico di queste funzioni è il sistema nervoso autonomo.
Siamo dunque in presenza di una persona tesa, sotto stress. Lo stress è riferito al mondo materiale, professionale o economico, cui si può aggiungere un senso d'urgenza, di costrizione materiale che causa all'individuo una difficoltà a gestire tutto. Ecco perché inghiotte ogni cosa, non sa più distinguere tra solido e aereo, tra l'alimento materiale che deve andare verso lo stomaco e l'alimento non materiale che deve dirigersi nei polmoni. Lo stato tensivo della persona ne ingrandisce i problemi o i timori materiali a tal punto che essi contaminano persino il non materiale, cioè i pensieri o i sentimenti, offuscandone così il giudizio.
Per di più, a causa della tensione, la persona trattiene, non permette più in maniera naturale alla mente di schiarirsi, di liberarsi. La preoccupazione o l'importanza attribuite alla problematica materiale bloccano tutto. Così facendo, lo stomaco si deforma, si gonfia e, come per caso, "assume importanza" (in senso letterale e figurato) generando un malessere, un senso di saturazione, di eccessiva pienezza. L'individuo non è più in grado di ingerire o di intendere
alcunché. Sarebbe allora forse opportuno lasciarsi andare, prendere un po' le distanze affinché talune parti organiche possano rilassarsi e, con il più ampio punto di vista ottenuto arretrando, sia possibile tornare a fare una cernita.
Siamo dunque in presenza di una persona tesa, sotto stress. Lo stress è riferito al mondo materiale, professionale o economico, cui si può aggiungere un senso d'urgenza, di costrizione materiale che causa all'individuo una difficoltà a gestire tutto. Ecco perché inghiotte ogni cosa, non sa più distinguere tra solido e aereo, tra l'alimento materiale che deve andare verso lo stomaco e l'alimento non materiale che deve dirigersi nei polmoni. Lo stato tensivo della persona ne ingrandisce i problemi o i timori materiali a tal punto che essi contaminano persino il non materiale, cioè i pensieri o i sentimenti, offuscandone così il giudizio.
Per di più, a causa della tensione, la persona trattiene, non permette più in maniera naturale alla mente di schiarirsi, di liberarsi. La preoccupazione o l'importanza attribuite alla problematica materiale bloccano tutto. Così facendo, lo stomaco si deforma, si gonfia e, come per caso, "assume importanza" (in senso letterale e figurato) generando un malessere, un senso di saturazione, di eccessiva pienezza. L'individuo non è più in grado di ingerire o di intendere
alcunché. Sarebbe allora forse opportuno lasciarsi andare, prendere un po' le distanze affinché talune parti organiche possano rilassarsi e, con il più ampio punto di vista ottenuto arretrando, sia possibile tornare a fare una cernita.
Dimmi dove ti fa male, Glossario Psico-energetico
Nessun commento:
Posta un commento