La poppata non rende intelligenti. E’ la mamma che fa la differenza
Non è il latte materno a influire sullo sviluppo cognitivo dei bambino. E' l'intelligenza dei genitori, e in particolare quella della madre che decide di allattare al seno, a fare la differenza. Ma l'allattamento protegge il bimbo da virus e batteri, dalle allergie e da alcune malattie

Insomma non è il latte materno a influire sul quoziente intellettivo dei figli. Ma, a quanto pare, accade esattamente il contrario: una madre intelligente tende ad alimentare il piccolo con il proprio seno e, di conseguenza, anche il bebè è più acuto. "L'allattamento al seno - ha detto Sian Robinson della University of Southampton, che ha partecipato allo studio - è veramente importante per i neonati". "Mai i nostri dati - ha precisato - dimostrano che non è legata a una maggiore intelligenza. E neanche i cibi 'rinforzati' con gli acidi grassi omega 3, detti anche acidi docosaesaenoici (Dha), sono associati a un più alto quoziente intellettivo”. Questi acidi sono contenuti nel latte materno, nel pesce e in molte altre marche di latte artificiale.
La ricerca non vuole mettere sotto accusa il latte materno, anzi. “Soltanto – spiega Catharine Gale, altra autrice dello studio – che pensiamo che sia una questione che dipende dalla mamma, il vero ingrediente segreto che trasformerà il bambino in un Einstein". Il quoziente intellettivo non ha alcuna relazione con i livelli di Dha che ricevono i bambini. Anche se sono state riscontrate differenze tra i bambini allattati al seno e non, queste presunte prove sono tutte scomparse quando i ricercatori hanno considerato l'intelligenza materna. I ricercatori hanno tuttavia concordato sul fatto che servono ulteriori studi per comprendere meglio i reali effetti del latte materno sui figli.
Anche se va detto che al di là dell’intelligenza vanno riconosciute le altre proprietà del latte materno. L'Organizzazione mondiale della sanità definisce l'allattamento al seno importante fino a sei mesi e consiglia di proseguirlo fino all'anno di vita, dal settimo mese si introduce il divezzamento. “Il latte – spiega la professoressa Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica dell'H. San Raffaele Resnati di Milano – ha tre tipi di vantaggi: dal punto di vista nutrizionale contiene nutrienti quantitativamente e qualitativamente ottimali per soddisfare il bambino, lo protegge da virus e batteri, dalle allergie e da alcune malattie e, dal punto di vista psicologico, approfondisce e rafforza il rapporto madre-neonato”. Questo infatti non solo placa il bisogno di cibo nel modo più spontaneo, ma costituisce per un bambino la più gratificante delle esperienze a livello sensoriale, emotivo ed affettivo. “La poppata – aggiunge Graziottin – è un’esperienza piacevolissima e fondamentale per l’equilibrata crescita del bambino”.
E infine, nei primi tre anni di vita, ha un impatto cruciale sulla salute nelle età successive e, in particolare, sul rischio di malattie cardiovascolari, obesità e sullo sviluppo della funzione cognitiva. L’allattamento naturale inoltre permette di stabilire un buon rapporto madre-figlio.http://canali.kataweb.it/salute/2010/01/21/la-poppata-non-rende-intelligenti-e-la-mamma-che-fa-la-differenza/
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