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giovedì 13 maggio 2010

Anestesia Epidurale:cos'è,perchè farla,effetti collaterali e altri effetti secondari


L'Anestesia Epidurale in travaglio di parto.

Questa tecnica anestesiologica determina un'analgesia parziale del corpo, permettendo alla gestante di mantenere uno stato di coscienza vigile ed una respirazione spontanea.
La somministrazione di farmaci oppiacei avviene nello spazio epidurale della colonna vertebrale.
L'infusione è permessa da un sottile sondino, posizionato grazie alla puntura di un ago in sede lombare.
La tecnica determina un blocco epidurale continuo, con effetto sedante sulle terminazioni nervose che si originano dal midollo spinale.
Rispetto all'anestesia generale classica, la quantità di farmaci utilizzata è notevolmente ridotta.

Effetti collaterali

Oltre ai casi di parziale o totale inefficacia della procedura, esistono effetti collaterali materni e/o fetali.
Le ricerche effettuate concordano sulle tipologie degli effetti collaterali, mentre sussistono dei dati discordanti solo in merito alle percentuali di riscontro di tali effetti nei campioni studiati.
I dati non sono sovrapponibili, perché è determinante la manualità degli operatori, ma soprattutto sono difformi i protocolli ostetrici ed anestesiologici utilizzati nei reparti sanitari.
Gli effetti collaterali sono molteplici, ed è bene che ogni utente ne possa essere correttamente informato.
Possiamo dividere a grandi linee le problematiche come legate alla mancata o parziale efficacia dell'anestesia, agli effetti materni ed a quelli fetali.
Quello che appare come un chiaro denominatore comune in tutte le ricerche effettuate sull'epidurale è l'aumento dei tagli cesarei e dei parti operativi con ventosa e forcipe.
Avendo una posizione molto critica nei confronti dell'uso di tale tecnica, abbiamo deciso di presentarVi solo quanto appare dalle informazioni fornite alla propria utenza dalle strutture sanitarie che quotidianamente eseguono l'epidurale nei reparti di ostetricia e ginecologia.

Effetti collaterali:
- Bradicardia fetale (rallentamento della frequenza cardiaca fetale).
- Riduzione della forza contrattile uterina (temporanea e non)
- Rallentamento della progressione della parte presentata(difficoltosa discesa del corpo fetale nel canale del parto).

Nella pratica ostetrica, questi fattori determinano come conseguenza un aumentato ricorso al:
- Taglio cesareo
- Forcipe o ventosa ostetrica
Occorre sottolineare che l'aumentato ricorso al parto operativo determina a cascata l'aumento delle patologie materne e neonatali.

Altri effetti secondari

- Ipotensione materna (abbassamento della pressione sanguigna materna).
- Lombalgie conseguenti alla puntura lombare.
- Cefalea. Può durare da alcune ore ad alcuni giorni e necessita di riposo a letto con eventuale terapia farmacologia.
- Reazioni allergiche ai farmaci utilizzati.
- Infezioni in sede locale od estese al sisteme nervoso (queste ultime sono evenienze molto gravi ma fortunatamente rare).


Occorre comunque sottolineare come l'anestesia epidurale sia ritenuta molto più sicura rispetto all'anestesia generale.
Per questo motivo l'esecuzione di questa pratica è consigliabile in caso di intervento chirurgico, fatte salve solo alcune specifiche controindicazioni.

Ritornando all'applicazione nel corso del travaglio e parto, rileviamo come frequentemente sia sottaciuta l'implicazione psicologica della tecnica.
L'analgesia infatti, non permette alla donna di sviluppare per intero il processo psicofisico della procreazione.
La psicologia ha messo in evidenza come l'accettazione della separazione dal proprio figlio "fantastico", è la condizione necessaria per poter accogliere il figlio reale, e ciò è permesso dall'esperienza del travaglio.
Questo processo di accettazione determina la successiva partecipazione attiva materna (le spinte in espulsivo).
Il dolore ha pertanto un importante ruolo nell'esperienza del parto, il disconoscerlo o addirittura ritenerlo superfluo, testimonia una scarsa attenzione alle dinamiche umane.
Tale atteggiamento evidenza inoltre l'approccio arrogante della tecnica, irrispettosa dei fisiologici travagli umani, quest'ultimi caratterizzati anche dalle fisiologiche debolezze e dalle difficoltà dell'animo.
Anziché sostenere, supportare e rendere evidente l'importanza del ruolo materno, si preferisce ripercorrere vecchie strade del passato già a suo tempo abbandonate: l'analgesia nel corso del travaglio e parto.
La demedicalizzazione del parto è il tangibile risultato del faticoso impegno profuso dalle donne, da alcuni operatori sanitari e dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).
L'epidurale è ora diventato lo strumento di marketing ostetrico, fa infatti leva sulle insicurezze e le paure delle gestanti.
Non approfondire, ed ancor peggio, sottacere i conseguenti disturbi della relazione della madre e del piccolo, sono un comportamento poco etico e professionale.
Solo ponendo l'attenzione alla relazione maternoinfantile è possibile individuare le influenze negative dei parti "castrati sensorialmente".
L'aumento delle crisi depressive del post-partum, le riduzioni delle percentuali delle madri che allattano e le purtroppo meno evidenti difficoltà nelle relazioni dell'epoca infantile, sono le evidenze riscontrate nelle madri sottoposte a trattamenti analgesici nel corso del travaglio.

Occorre inoltre stigmatizzare la diffusa abitudine di ritenere assolutamente sicuri gli interventi sanitari.
Ogni procedura ha insito un rischio.
Pertanto è fondamentale l'attenta valutazione del rapporto vantaggi vs svantaggi.
La donna deve poter fare delle scelte in modo consapevole grazie ad un'informazione corretta, obiettiva ed esaustiva.

Invitiamo operatori ed utenti a segnalarci dati, ricerche ed esperienze dirette, per poter approfondire questo argomento.


Ostetrico di Mammole


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