Gli scienziati sono concordi nell’attestare al noto farmaco la virtù di poter salvare vite umane riducendo drasticamente i tassi d’incidenza di ictus e infarto
È il più noto e diffuso dei farmaci. È l’aspirina, utilizzata in molte situazioni; dal mal di testa ai sintomi influenzali… per finire alle malattie cardiovascolari.
E ora, gli scienziati sono concordi nell’affermare che l’aspirina possa davvero salvare vite umane riducendo in modo significativo i tassi d’infarto e ictus.
E ora, gli scienziati sono concordi nell’affermare che l’aspirina possa davvero salvare vite umane riducendo in modo significativo i tassi d’infarto e ictus.
Lo studio è stato pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology e condotto dai ricercatori australiani del George Institute for Global Health e nonostante i ricercatori abbiano ammesso che vi è stata incertezza sulla possibilità che il farmaco debba essere utilizzato in modo maggiore per combattere le malattie cardiovascolari, i risultati dello studio hanno mostrato dati incoraggianti.
La dottoressa Meg Jardine e colleghi hanno analizzato i dati relativi a oltre 18mila persone di età compresa tra i 50 e gli 80 anni con diagnosi di ipertensione. il 20% di questi soffriva anche di patologie renali croniche (CKD) dal lievi a moderate.
«Fino a oggi non vi è stata alcuna prova evidente riguardo i benefici della terapia con aspirina per le persone ad alto rischio di malattie cardiache e ictus, compresi quelli con malattia renale cronica», ha sottolineato la dottoressa Jardine. Tuttavia l’analisi ha permesso di appurare che un assunzione quotidiana di aspirina in un periodo di quattro anni potrebbe prevenire 54 morti per infarto, 40 ictus e 40 attacchi cardiaci non mortali ogni 1.000 persone con malattie renali.
«Fino a oggi non vi è stata alcuna prova evidente riguardo i benefici della terapia con aspirina per le persone ad alto rischio di malattie cardiache e ictus, compresi quelli con malattia renale cronica», ha sottolineato la dottoressa Jardine. Tuttavia l’analisi ha permesso di appurare che un assunzione quotidiana di aspirina in un periodo di quattro anni potrebbe prevenire 54 morti per infarto, 40 ictus e 40 attacchi cardiaci non mortali ogni 1.000 persone con malattie renali.
Quello che è apparso evidente è che hanno tratto particolare beneficio le persone che sono sopravvissute a un attacco di cuore o ictus. L’assunzione giornaliera di aspirina ha mostrato di ridurre la possibilità di recidive.L’analisi a anche tenuto conto degli effetti indesiderati che accompagnano l’assunzione del farmaco come, per esempio, la possibilità di emorragie interne provocate dall’assottigliamento del sangue.
Sulla possibilità di salvare circa 134 persone su 1.000, in questo caso può gravare un numero di circa 27 persone con insufficienza renale cronica cui potrebbe verificarsi un’emorragia maggiore e 12 con un’emorragia minore. Un costo che gli scienziati suggeriscono possa essere accettabile.
(lm&sdp)http://www3.lastampa.it/benessere/sezioni/salute/articolo/lstp/325322/
Sulla possibilità di salvare circa 134 persone su 1.000, in questo caso può gravare un numero di circa 27 persone con insufficienza renale cronica cui potrebbe verificarsi un’emorragia maggiore e 12 con un’emorragia minore. Un costo che gli scienziati suggeriscono possa essere accettabile.
(lm&sdp)http://www3.lastampa.it/benessere/sezioni/salute/articolo/lstp/325322/
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