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Dalla scaglia di un minuscolo pesce zebrato, loZebrafish, potrebbe arrivare una nuova speranzaper testare le cure contro l'osteoporosi. È questa la base di uno studio che sta portando avanti l'Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, in collaborazione con la Fondazione Istituto Insubrico di Ricerca per la Vita. Nel dettaglio, le scaglie dello zebrafish funzionano in modo simile alle ossa umane, liberando e accumulando calcio che poi utilizza lo scheletro dell'animale
. Sono quindi un ottimo sistema per sperimentare in laboratorio nuovi farmaci contro l'osteoporosi umana, come spiega il direttore scientifico del Galeazzi Giuseppe Banfi: «La scaglia di zebrafish adulto, che è la struttura ossea di rivestimento in cui viene immagazzinato il calcio dell'animale, è un modello innovativo di metabolismo osseo adulto nel quale, a seconda degli stimoli ambientali, cellule come gli osteoblasti e gli osteoclasti lavorano per costituire l'osso nuovo e riassorbire quello vecchio. Nei nostri esperimenti abbiamo dimostrato come le scaglie di pesci trattati con glucocorticoidi presentino una riduzione di matrice ossea associata a un'aumentata attività degli osteoclasti. Quindi la scaglia di zebrafish rappresenta un innovativo modello di metabolismo osseo adulto utilizzabile per studiare gli effetti dei glucocorticoidi sullo scheletro e per la ricerca su larga scala di nuovi farmaci». L'osteoporosi è una malattia caratterizzata da fragilità ossea ed elevato rischio di fratture. Colpisce una donna su 3 dopo i 50 anni e un uomo su 5 dopo i 65 anni. Nel mondo sono oltre 75 milioni le persone colpite e in Italia 4 milioni (di cui 3 milioni donne) con 250 mila fratture da osteoporosi ogni anno: 70 mila di queste riguardano l'osso più lungo e robusto del corpo umano, il femore
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