LA VICENDA - Secondo Repubblica la vicenda riguarda alcuni emoderivati per i quali è stata chiesta l'autorizzazione all'immissione in commercio: i test effettuati non sarebbero completi e conformi secondo quanto richiesto dalle norme Ue e dall'Agenzia Italiana del Farmaco. Secondo il quotidiano Guido Rasi, direttore generale dell'Agenzia del Farmaco, avrebbe denunciato che alcuni derivati dal sangue già in uso in Italia potrebbero non essere stati sottoposti a tutti i controlli per escludere la presenza di virus trasmissibili col sangue, annunciando la richiesta di sequestro. I lotti "a rischio" sono stati prodotti mesi fa da una società farmaceutica con sede vicino a Lucca, la Kedrion Spa. L'Aifa, visionando i documenti relativi a tali prodotti, avrebbe notato che la Kedrion effettua solo la ricerca del virus dell'epatite C trascurando tutti gli altri, tra cui HIV ed epatite B. A quel punto sarebbe esploso il conflitto tra Aifa e Iss (il cui presidente Enrico Garaci, sempre secondoRepubblica, avrebbe minimizzato i rischi di contagio e autorizzato i prodotti in questione). Una polemica smentita, come si è visto, dagli stessi enti interessati.
«TEST SICURI» - Intanto la questione è arrivata anche all'attenzione del Consiglio Superiore di Sanità. «Dalla riunione del Css che si è tenuta la settimana scorsa e che si è occupata del problema è emerso un orientamento che rispecchia quanto sostenuto dall'Istituto Superiore di Sanità e cioè che gli emoderivati in questione sono sicuri per la salute dei cittadini - spiega Giuliano Grazzini, direttore del Centro Nazionale Sangue -. In Italia, dove c'è l'85% dei donatori volontari e periodici, i test sierologici e molecolari fatti sul loro sangue sono conformi alla farmacopea europea e sono più che sufficienti per garantire la sicurezza».
Redazione online
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