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martedì 8 febbraio 2011

VACCINO CONTRO IL PAPILLOMA VIRUS,possibile anche a 25 anni


Finora il vaccino contro il Papilloma Virus era raccomandato a ragazze in età preadolescenziale (9-12 anni), poiché a quest’età le ragazze, in genere, non hanno avuto occasione di trasmissione sessuale al contagio di Papilloma Virus. Allo stesso tempo si consiglia anche di estenderlo alle donne di 25-26 anni. Non a caso da tempo il Ministero della Salute ha stabilito l’inizio delle campagne vaccinali in tutte le regioni, per queste fasce di età.

lunedì 7 febbraio 2011

VACCINO ANTINFLUENZALE UNIVERSALE-CONTRO TUTTI I VIRUS

dahttp://www.agi.it/salute/notizie/201102071058-hpg-rsa1005-testato_con_successo_un_vaccino_anti_influenza_universale

(AGI) - Londra, 7 feb. - Scienziati dell'Universita' di Oxford hanno constatato l'efficacia di un vaccino anti-influenzale universale, che potrebbe funzionare contro tutte le varianti del virus che fa ammalare, ogni anno, milioni di persone. La ricerca e' una novita' assoluta perche' il trattamento -che usa una nuova tecnica ed e' stato testato per la prima volta conto esseri umani -colpisce una parte diversa del virus rispetto ai tradizionali vaccini.

lunedì 11 ottobre 2010

NUOVO VACCINO CONTRO LA MENINGITE CHE PROTEGGE DA 4 SIEROGRUPPI DEL BATTERIO A,C,W135 E Y

(ANSAhttp://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/scienza/2010/10/11/visualizza_new.html_1734350841.html) - ROMA, 11 OTT - Arriva in Italia il primo vaccino tetravalente contro la meningite, che protegge da 4 dei 5 sierogruppi del batterio, A, C, W135 e Y.

Per ora sara' somministrato a partire dagli 11 anni. Il vaccino, gia' autorizzato negli Usa, e' un risultato tutto italiano.

Secondo Rino Rappuoli, coordinatore del team Novartis, che l'ha realizzato, il vaccino 'e' l'unico modo per combattere il virus che in Italia ha una mortalita' del 14%. I ricercatori lavorano ora sul ceppo B, l'unico rimasto.

mercoledì 15 settembre 2010

Meningite B:Sperimentato il nuovo vaccino

http://www.leggo.it/articolo.php?id=79473


Sarebbe un grande passo avanti della medicina. La casa farmaceutica svizzera Novartis AG ha presentato i dati dello studio della fase III di quello che potrebbe essere il primo vaccino a fornire una copertura contro un tipo di meningite, quella di tipo B, che preoccupa di più per la salute pubblica. Lo studio, i cui risultati sono stati presentati in una conferenza a Banff, in Canada, ha coinvolto più di 3.600 bambini, la maggior parte dei quali vaccinati con il vaccino sperimentale Sierogruppo meningococcico B multicomponente (4CMenB), insieme ad altri vaccini di routine, e ha raggiunto una solida risposta immunitaria. «Molti casi di meningite sono oggi evitati dai tanti vaccini che vengono somministrati ai nostri figli, ma il caso più complesso, la meningite B, resta una grave minaccia per la salute pubblica», ha detto Andrew Pollard, professore all' Università di Oxford citato nel comunicato Novartis. La malattia meningococcica è la causa principale di meningiti batteriche, un'infezione della membrana che ricopre cervello e midollo spinale. L'incidenza globale di infezione da meningite B è stimata tra i 20.000 e gli 80.000 casi all'anno, con un 10% di tasso di mortalità, ha sottolineato Novartis. La stessa casa farmaceutica si è guadagnata l'approvazione degli Stati Uniti e dell'Unione europea per un altro vaccino meningococcico chiamato Menveo.

mercoledì 21 luglio 2010

Vaccino per l'influenza:presto basterà mettersi un cerotto

Un cerotto contro l’influenza, addio vaccino

Un esempio di cerotto come vaccino antinfluenzale

image

Avrà gli stessi principi attivi dell’iniezione, ma sarà indolore e più rapido. Ognuno potrà vaccinarsi da solo.

La fastidiosa iniezione per vaccinarsi contro l’influenza, il più classico malanno di stagione, potrebbe presto essere spedita nel dimenticatoio da un cerotto di piccole dimensioni e indolore, facilmente applicabile senza l’aiuto del medico.

A testarlo, per ora solo su topi, sono i ricercatori dell’Emory University di Atlanta e del Georgia Institute of Technology, i quali assicurano che il cerotto non solo funziona, ma mostra di indurre una memoria immunitaria più forte, per lo meno nei roditori. Per verificarne l’efficacia infatti, i ricercatori hanno diviso i topolini in due gruppi distinti, somministrando al primo il vaccino con l’iniezione, al secondo via cerotto. Dopo 30 giorni, hanno infettato le cavie con il virus dell’influenza per testare l’efficacia del siero: il cerotto ha dimostrato di funzionare anche meglio dell’iniezione, inducendo una memoria immunitaria più forte.

Il cerotto che potrebbe contrastare il virus influenzale ha sulla sua superficie 100 microaghi che misurano solo 0,65 millimetri di lunghezza. Piccolissimi e indolori, contengono il principio attivo del siero che rilasciano nella cute. Dopo l’applicazione, spiega la rivista Nature medicine, il cerotto si lava via e non rimane niente. Semplice da applicare, il cerotto potrebbe garantire una più ampia immunizzazione e trasformare le campagne vaccinali, puntando sul “fai da te” tra le mura di casa, al fine di fornire una copertura maggiore contro la diffusione del virus.

Sulle pagine del Daily Mail Mark Prausnitz, a capo del team di studiosi di Atlanta, ha detto che la versione ‘umana’ dovrebbe misurare circa un centimetro quadrato e probabilmente non dovrebbe costare più di un’iniezione tradizionale. “La tecnologia è pronta per essere testata sull’uomo – assicura – non appena potremo raccogliere i fondi per finanziare uno studio clinico lo avvieremo. Sono ottimista sul fatto – aggiunge – che ci saranno prodotti basati sui microaghi entro tre anni per la somministrazione di altri farmaci, e vaccini contro l’influenza in versione cerotto – stima – entro cinque anni”.
http://lenostreconfidenze.forumcommunity.net/?t=39200315Adriana Ruggeri (newnotizie.it)

sabato 10 luglio 2010

AIDS:Forse finalmente si potrà avere il vaccino,scoperti 2 anticorpi

Verso un vaccino

Scoperti due anticorpi che neutralizzano il 90 per cento dei ceppi di Hiv


La scoperta e l'analisi strutturale che spiega come operano sono importanti per lo sviluppo di un vaccino preventivo di uso globale
Grazie a una nuova tecnica di analisi, un gruppo di ricercatori del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) dei National Institutes of Health diretti da John R. Mascola è riuscito a identificare nel sangue di soggetti infettati dall'Hiv due anticorpi naturali, chiamati VRC01 e VRC02, che sono in grado di neutralizzare più ceppi di Hiv, il 91 per cento circa, e con più efficacia rispetto agli anticorpi finora noti.

La determinazione della struttura a livello atomico di uno di essi, VRC01, ha permesso di definire anche il modo in cui l'anticorpo svolge la propria azione. 

La scoperta è illustrata in due articoli pubblicati sulla rivista Science (Structural Basis for Broad and Potent Neutralization of HIV-1 by Antibody VRC01 e Rational Design of Envelope Surface Identifies Broadly Neutralizing Human Monoclonal Antibodies to HIV-1).

"La scoperta di questi anticorpi neutralizzanti che combattono l'Hiv e l'analisi strutturale che spiega come operano rappresentano importanti progressi che potranno accelerare gli sforzi per trovare un vaccino preventivo per l'Hiv di uso globale", ha commentato Anthony S. Fauci, M.D., direttore del NIAID. 

"Inoltre la tecnica utilizzata dal team per trovare questi anticorpi rappresenta un nuova strategia che potrebbe essete utilizzata per progettare vaccini contro molte altre patologie."

L'identificazione di tipi di anticorpi in grado di neutralizzare i diversi ceppi dell'Hiv è estremamente difficile perché il virus modifica in continuazione le proteine di superficie, rendendosi irriconoscibile al sistema immunitario e dando origine a una straordinaria varietà di ceppi. VRC01 e VRC02 si legano però al sito di legame CD4 del virus - quello che permette a esso di legarsi ai linfociti e invaderli - che prioprio per questo non può variare così rapidamente. 

"Gli anticorpi attaccano una parte del virus che praticamente nhttp://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/titolo/1344014aon varia, e ciò spiega perché sono in grado di neutralizzare uno spettro così ampio di ceppi del virus", ha concluso Mascola. (gg)

giovedì 13 maggio 2010

Vaccino Alzheimer :sperimentazione per 90 settimane

ANSA) - MILANO, 13 MAG -Si sta sperimentando un vaccino per l'Alzheimer su 120 pazienti in Centri europei e Usa, cui l'Italia partecipa con 30 pazienti e 6 centri.Si tratta di uno studio multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, contro placebo, su pazienti di grado lieve. Durera' 90 settimane. I ricercatori vogliono dimostrare l'efficacia di un vaccino che potenzi risposte immunitarie contro la proteina beta amiloide le cui placche sono killer delle cellule nervose del cervello che determina la patologia http://www.fastweb.it/portale/canali/news/mondo/contenuti/notizia/?id=XMM19310

lunedì 5 aprile 2010

Melanoma:sperimentazione vaccino


Un vaccino per prevenire il melanoma Parte la sperimentazione made in Italy

L'istituto superiore di sanità testerà su 50 pazienti operati per melanoma il vaccino per evitare che la neoplasia ritorni. La terapia prevede la somministrazione dell’interferone alfa e di un farmaco che si usa per la chemio. Negli ultimi dieci anni, l’incidenza di questo tumore è aumentata del 15%
Si apre una nuova era nella sperimentazione del vaccino “made in Italy” per curare il melanoma, neoplasia che in Italia conta 7.500 nuovi casi ogni anno. La terapia, frutto di una ricerca ventennale dell’Istituto superiore di sanità (Iss), potrebbe essere la soluzione per evitare che il melanoma, una volta asportato, torni a invadere l’organismo. L’Iss, in collaborazione con l’istituto nazionale tumori Regina Elena e l'Istituto dermatologico San Gallicano, ha annunciato l’inizio di una sperimentazione di fase 2, che verrà condotta su 50 pazienti operati per metastasi da melanoma.

Gli ingredienti sono un vaccino, realizzato a partire da frammenti proteici di antigeni tumorali di melanoma, l'interferone alfa e un farmaco normalmente utilizzato per la chemioterapia, che verranno somministrati a 25 pazienti, mentre gli altri riceveranno solo il vaccino e l'interferone. “L'innovazione sta proprio nella combinazione di questi diversi farmaci”, ha spiegato Enrico Garaci, presidente dell'Iss. “Si tratta di uno studio strategico che mostra come il risultato di una ricerca di base svolta in Iss da più di vent’anni possa essere trasferito nella pratica clinica. Questo studio – ha proseguito Garaci – di cui abbiamo già testato la sicurezza e nel quale abbiamo investito un milione di euro, costituisce un'opportunità enorme per pazienti che non hanno alternative terapeutiche".

I malati verranno monitorati per almeno 4 anni, ma già dopo i primi 2 si potranno avere le prime risposte. “La peculiarità di questo studio – ha spiegato Filippo Belardelli, capo del Dipartimento di Biologia cellulare e Neuroscienze dell’Iss – consiste nel rigenerare e potenziare la naturale risposta antitumorale del sistema immunitario, combinando la vaccinazione con la somministrazione di interferon alfa e in associazione con l’agente chemioterapico”.

“Qualora questo vaccino terapeutico si rivelasse efficace – ha sottolineato ancora Garaci – potremo applicarlo come prevenzione, nei casi in cui il tumore è ad alto rischio di recidiva”. “Al momento, infatti, le recidive tumorali non hanno trattamenti realmente funzionanti”, ha aggiunto Francesco Cognetti, direttore del Dipartimento di Oncologia Medica dell’Istituto Regina Elena, il che rende lo studio ancora più interessante dal punto di vista clinico.

Considerato “neoplasia rara” fino a pochi anni fa, il melanoma è combattuto oggi da oltre centomila persone nel mondo, con un’incidenza che nell’ultimo decennio è cresciuta del 15% circa: un ritmo superiore a quello di qualsiasi altro tipo di tumore. In Italia si ammalano in media 12-13 persone ogni centomila abitanti, mentre in Europa i tassi più alti si registrano nei paesi del Nord (12-20 ogni centomila per anno). Insorge mediamente intorno ai 50 anni, ma interessa frequentemente anche le classi d’età 35-65 anni. Quanto alla sopravvivenza, giungono notizie rincuoranti, “grazie alle campagne di sensibilizzazione, alla tecnica diagnostica non invasiva e all'aumento delle diagnosi precoci”, ha detto Caterina Catricalà, direttore del Dipartimento Clinico Sperimentale di Dermatologia Oncologica e della Melanoma Unità dell’Istituto San Gallicano. “In questi casi la sopravvivenza varia dall’87% al 97%. Quando invece la diagnosi è tardiva e il melanoma supera i 3 millimetri o presenta ulcerazione, la sopravvivenza scende al 50% dei casi”, ha continuato l'esperta.

“Le modalità di svolgimento e di cooperazione che hanno caratterizzato questo studio confermano l’importanza della collaborazione tra i nostri Istituti di ricerca specializzati in oncologia e dermatologia – ha sottolineato Francesco Bevere, direttore generale Istituto nazionale tumori Regina Elena e Istituto dermatologico San Gallicano – e l’Istituto superiore di sanità, principale riferimento tecnico-scientifico del Servizio sanitario nazionale. I nostri ricercatori, insieme, hanno fornito un reale contributo alla ricerca traslazionale, consentendo il trasferimento dei risultati dell’attività di ricerca, dai laboratori ai pazienti, veri protagonisti di questa fase dello studio, verso i quali è rivolta la nostra principale attenzione”. L’Istituto superiore di Sanità e gli Istituti Regina Elena e San Gallicano hanno attivato un sito internet (www.iss.it/tria) per spiegare cosa siano questi vaccini e lo stato dell’arte degli studi in corso, con una sezione dedicata ai pazienti e un link “contattaci” a cui è possibile rivolgersi per avere informazioni più specifiche sul trialhttp://canali.kataweb.it/salute/2010/03/15/un-cocktail-per-prevenire-il-melanoma-parte-la-sperimentazione-made-in-italy/

mercoledì 10 febbraio 2010

un vaccino per tumori alla prostata e al rene


Due anni di studio nei laboratori dell'Universita' di Genova hanno portato al nuovo vaccino, riconosciuto e approvato dall'Istituto Superiore di Sanita', che si fonda sull'impiego di frammenti della molecola telomerasi e ha l'obiettivo di ''insegnare'' ai linfociti dei pazienti a riconoscere e uccidere la molecola delle cellule tumorali.
La sperimentazione sul primo paziente, svolta in collaborazione con l'ospedale San Martino di Genova, e' iniziata una settimana fa senza alcun rigetto della terapia. Presto saranno trattati dieci malati di tumore alla prostata e dieci di tumore al rene.
Essendo la telomerasi una molecola presente in tutti i tumori, il vaccino potenzialmente potrebbe essere applicabile al trattamento di ogni tipo di malattia neoplastica. I pazienti saranno sottoposti a 8 somministrazioni intradermiche in tre mesi. Poi i primi risultati.
Il team di ricerca ideatore del vaccino e' composto dai professori dell'Universita' di Genova Gilberto Filaci, Francesco Indiveri e Paolo Traverso. ''Si chiama vaccino - ha spiegato Filaci - perche' questa procedura vuole indurre una risposta immunitaria nei soggetti affetti da tumore. Il nuovo possibile vaccino andra' contro il bersaglio molecolare presente nelle cellule tumorali: se il sistema immunitario riuscira' ad andare contro la telomerasi sara' possibile sviluppare nuove cure. E' un vaccino terapeutico, non preventivo''.
''Il tumore della prostata in Italia colpisce un caso ogni 14 persone - ha spiegato Traverso -; il tumore del rene un caso ogni 62 persone. L'obiettivo della sperimentazione e' abbassare l'incidenza di queste patologie''.(ANSA).

lunedì 8 febbraio 2010

Il vaccino contro l'Hpv riduce lo sviluppo dei condilomi e di altre patologie


martedì 25 agosto 2009

influenza suina:a novembre il vaccino:ecco come fare e chi dovrà farlo

Influenza A, vaccino dal 15 novembre
E' destinato al 40% della popolazione
Fino a tutto il mese di dicembre disponibili 8 milioni di dosi, dal 31 gennaio in poi altri 16 milioni. Ecco le modalità e i soggetti coinvolti


Roma, 25 agosto 2009 - Partirà il 15 novembre in Italia la grande vaccinazione di massa contro l’influenza 'A', che riguarderà secondo i piani del governo il 40% della popolazione. Lo ha stabilito il Tavolo permanente delle Cure Primarie territoriali composto dal Ministero della Salute, dai Rappresentanti delle Regioni e dai Professionisti del territorio in una riunione tenutasi al Ministero il 20 agosto.



Nel corso della riunione, presieduta dal Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero Fabrizio Oleari, con la partecipazione di Maria Grazia Pompa, Stefania Salmaso e di alcuni funzionari regionali, sono state fissate le tappe e le modalità della vaccinazione di massa.



Secondo quanto riferisce Giuseppe Mele, presidente dei pediatri Fimp e presente alla riunione, la prima fase prevede l’immissione in circolazione di 8 milioni di dosi che saranno a disposizione a partire dal 15 novembre sino a tutto il mese di dicembre. Gli altri 16 milioni di dosi del vaccino saranno disponibili a partire dal 31 gennaio in poi.



La prima fase, come annunciato, riguarderà gli operatori sanitari e le categorie a rischio. Nel dettaglio, saranno vaccinati contro il virus H1N1 gli addetti ai servizi essenziali e, tra questi, personale sanitario e di assistenza dei servizi sanitari accreditati (resterà fuori da questa prima fase il personale delle strutture private) le strutture socio sanitarie (case di riposo, RSA) il personale dei Distretti Sanitari, almeno il 90% dei medici di famiglia e dei pediatri, i medici competenti, gli addetti ai servizi amministrativi di supporto, il personale delle Poste Italiane e della Telecom. Queste categorie saranno sottoposte a vaccinazione dai Dipartimenti di Prevenzione- Centri Vaccinali. Per queste categorie si prevedono un milione e mezzo di dosi di vaccino.



Saranno coperti inoltre, entro fine anno, i soggetti a rischio dai due ai sessantacinque anni, con 7 milioni di dosi. Gli altri 16 milioni di vaccini saranno indirizzati a partire dal 31 gennaio specificatamente alla popolazione compresa tra i due e i ventisette anni, comprendendo quindi la popolazione sana, con modalità che dovranno ancora definirsi.



Si ipotizza anche l’aumento del 20% dell’offerta attiva per la vaccinazione antinfluenzale stagionale classica estendendo tale offerta in maniera attiva su una popolazione più ampia rispetto alle categorie previste negli anni precedenti. Il ministero emanerà una circolare esplicativa sulla base delle valutazioni emerse nel corso della discussione. Si sta studiando una scheda di registrazione unica per tutto il territorio nazionale.



Un ruolo importante per la vaccinazione dei soggetti a rischio, riferisce Mele, sarà affidato al territorio secondo quanto previsto per la vaccinazione influenzale stagionale negli ambiti degli accordi decentrati vigenti con raccomandazione di estendere nelle Regioni ove non specificatamente previsti. In ogni caso il vaccino non sarà disponibile in farmacia, sarà privo di bugiardino e multi dose, dieci dosi per fiala. Sarà un vaccino audiuvato con MS 59.



Attualmente tuttavia, riporta Mele, "l’offerta di tale vaccino è estremamente inferiore alla domanda. L’intenzione è quella di vaccinare il 40% della popolazione al di sotto dei sessantacinque anni di età. La distribuzione a livello regionale terrà conto di tali percentuali ed avverrà sulla base dei criteri di popolazione residente". Il prossimo 2 settembre il Tavolo tornerà a riunirsi per mettere a punto ulteriori passaggi.

Fonte Agi

lunedì 3 agosto 2009

INFLUENZA SUINA,INFORMAZIONI SUL VACCINO

L’influenza suina continua a colpire, un po’ in tutto il mondo. Il virus, che e’ partito dal Messico, si e’ presto diffuso negli Stati Uniti d’America, in Asia e anche nel Vecchio Continente, con casi registrati anche in Italia, che pero’ non hanno destato preoccupazione. Ad ottobre, intanto, dovrebbe arrivare il vaccino.




Con l’arrivo della normale ondata di influenza, arrivera’ anche il vaccino, che sara’ a disposizione di coloro che vorranno evitare di prendersi la nuova influenza. Non si sa ancora molto: ad esempio non si sa se bastera’ una sola dose o ce ne vorranno due, per essere immunizzati. Intanto dagli Stati Uniti d’America arriva la notizia che il vaccino sara’ obbligatorio per tutti i minori di 18 anni.



I test clinici per verificare l’efficacia del vaccino sono ancora in corso, come ci confermano dall’Organizzazione mondiale della sanità: "Ogni ditta farmaceutica ha il proprio calendario e le proprie capacità di produzione e non possiamo fare previsioni, ma riteniamo che le prime dosi per l’uso umano ci siano a inizio autunno nell’emisfero nord", mentre per i paesi in via di sviluppo le ditte farmaceutiche offriranno 150 milioni di dosi: "continuiamo a discutere con diversi partner per garantire un numero maggiore di vaccini. La priorità sarà data ai Paesi meno avanzati".

E in Italia? Si parla di un acquisto massiccio di dosi, per immunizzare le categorie a rischio e quelle protette, oltre che i giovani e i bambini, visto che gli anziani sembrano naturalmente immunizzati dal virus. "Non saranno immunizzate solo le categorie protette ma anche tutti gli under 27 perché i bambini e i giovani sono più suscettibili al virus e quindi sono serbatoi di infezione". La vaccinazione dovrebbe iniziare da novembre.

http://www.haisentito.it/

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