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venerdì 5 marzo 2010

Se vuoi dimagrire fai il test del Dna per scoprire se sarà efficace

Dimagrire è anche una questione di Dna. E un test genetico è in grado di prevedere se una dieta possa essere più o meno efficace. Perché può accadere che, pur adottando un regime da un ridotto apporto calorico, si ingrassi lo stesso, o quanto meno non si perdano i chili sperati. A parlare di ‘dieta genetica’ uno studio presentato in occasione del convegno annuale dell'American Heart Association

Un gruppo di ricercatori della Stanford University ha osservato che alcuni genotipi sono più sensibili di altri a certi tipi di grassi, o ai caroboidrati o, ancora, a un alimentazione ad alto contenuto di omega-3. Per verificare il rapporto tra genetica e nutrizione, lo studio ha esaminato un campione di Dna raccolto con un batuffolo di ovatta da 141 donne in soprappeso. Dopo 12 mesi, chi seguiva una dieta pensata sul proprio genotipo, manifestava una perdita di peso due o tr evolte maggiore rispetto a chi seguiva una dieta ‘sbagliata’. Non solo ma le differenze di perdita di peso sono state ancora più forti quando si il regime alimentare era a basso contenuto dei carboidrati, 6,8% in meno contro 1,4%. 
"La differenziazione nella perdita di peso osservata per gli individui che hanno seguito una dieta abbinata al loro genotipo è un evento nuovo in letteratura scientifica" spiega Christopher Gardner, il professore della Stanford University che ha coordinato lo studio. Certo va detto che bisognerà attendere i risultati definitivi di questo studio e per determinare l'entità dei benefici per la salute che possono derivare da una dieta che corrisponde al proprio genotipo. "Tuttavia questo genere di regime alimentare può consentire di dimagrire senza l'intervento farmaci e potrebbe contribuire a risolvere il problema del peso eccessivo che oggi è sempre più un emergenza”.

Basti pensare che secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, nel 2005 circa 1,6 miliardi di adulti (età maggiore di 15 anni) erano in sovrappeso, almeno 400 milioni erano gli adulti obesi e almeno 20 milioni di bambini di età inferiore a 5 anni erano in sovrappeso. Le proiezioni dell’Oms mostrano che, per il 2015, gli adulti in sovrappeso saranno circa 2,3 miliardi e gli obesi più di 700 milioni. Obesità e sovrappeso, prima considerati problemi solo dei Paesi ricchi, sono ora drammaticamente in crescita anche nei Paesi a basso e medio reddito, specialmente negli insediamenti urbani, e sono ormai riconosciuti come veri e propri problemi di salute pubblica. In particolare, l’obesità infantile è una delle più gravi questioni del Ventunesimo secolo. E l’obesità è un fattore di rischio per serie condizioni e patologie croniche come le malattie ischemiche del cuore, l’ictus, l’ipertensione arteriosa, il diabete tipo 2, le osteoartriti e alcuni tipi di cancro (corpo dell’utero, colon e mammella).

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