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sabato 24 luglio 2010

Col CALDO SI DORME MENO,CHE FARE PRIMA DI ARRENDERSI AI SONNIFERI


Le soluzioni alternative alle pillole per curare l’ insonnia, le regole per non ricorrere ai sonniferi

Le soluzioni alternative alle pillole per curare l’ insonnia, le regole per non ricorrere ai sonniferiAngoscia, rigirarsi nel letto fino a quando non fa giorno, irritabilità, disperazione, sono alcuni dei sintomi dell’ insonnia, un disordine del sonno che non solo genera frustrazione, ma che può anche rappresentare un problema di salute importante.
Seguendo dei semplici consigli più un’ adeguata igiene del sonno è possibile migliorare la condizione delle persone che soffrono diinsonnia.

lunedì 10 maggio 2010

Per dormire bene segui questi 10 consigli e vivrai meglio la giornata

Sanihelp.it - Dormi serenamente o ti svegli durante la notte? I disturbi del sonno sono legati allo stress? Quali sono i comportamenti che si possono modificare per dormire meglio?
Queste sono solo alcune delle domande a cui il dottor Rolando Tavolieri (www.ti-aiuto.com), psicologo clinico, prova a dare una risposta.

La qualità del sonno è molto importante, influisce infatti sulla nostra vita quotidiana e sull’andamento delle giornate. Se dormiamo in maniera serena e tranquilla, al risveglio saremo riposati e pronti per un nuovo giorno; contrariamente, se i pensieri e le preoccupazioni condizionano il nostro sonno, al mattino saremo stanchi, affaticati e assonnati.

Proprio per questo è importante salvaguardare il sonno e un riposo notturno ottimale. Il sonno è influenzato da vari fattori, quali:
• Umore
• Esercizio fisico
• Stress
• Alimentazione
• Consumo di alcol
• Una vita appagante
• Esperienze
• Pensieri
• Relazioni serene in famiglia, con il partner, con gli amici e nel lavoro.

Agire su uno o più di questi fattori, può voler dire migliorare la qualità del proprio sonno.

CONTINUA

venerdì 2 aprile 2010

Primavera:agitazione,stanchezza,insonnia,gonfiore,ecco i rimedi

Stanchezza, insonnia, senso di irrequietezza, gonfiore: in questo periodo dell’anno e’ facile sentirsi fuori fase. Ecco come ritrovare l’equilibrio

E’ arrivato il periodo più vitale dell’anno, quello del risveglio della natura e delle giornate che tornano ad allungarsi. Il clima mite ci invita a dare nuova linfa all’organismo, appesantito dai lunghi mesi invernali. Eppure… Siamo a terra. Segni particolari? Stanchezza cronica, calo d’attenzione, umore irritabile, difficoltà di digestione. Ma anche calo delle difese, pelle opaca e difficoltà a prendere sonno. 
Cosa succede? Le ore di luce, e quindi di veglia, aumentano, sollecitando il nostro orologio biologico: ciò provoca malesseri in chi non ha una buona autoregolazione. L’effetto della primavera coinvolge le funzioni di tutti gli organi e, soprattutto, il fegato che, con l’aumento dell’esposizione solare (sfasamento del ritmo circadiano) deve sforzarsi a lavorare di più. Di qui una sensazione di spossatezza cronica: in pratica, facciamo le stesse cose di sempre ma ci pesano molto di più. 
La soluzione? Chiedere aiuto alla natura per ritrovare l’equilibrio, il benessere, il giusto riposo e la vitalità in modo dolce, sicuro, efficace. 
La primavera è il periodo più indicato per una dieta disintossicante: nutrito di vitamine, il nostro corpo si rinforza e si prepara ai benefici influssi dell’estate. A tavola, tutto ciò che è verde e bianco (stiamo parlando di frutta e verdura, naturalmente) è ideale per sgonfiare e accelerare un ripulisti dagli eccessi che possono mettere alla prova apparato digerente, reni, fegato, intestino. Facciamoci aiutare anche da specifici integratori alimentari che depurano l’organismo, eliminando le scorie tossiche che si accumulano nel tempo. Gli ingredienti? Ottimi mela, carciofo, tè verde e rosmarino. 
Per partire col piede giusto durante la giornata non dobbiamo trascurare il riposo. La primavera ha un effetto eccitante sull’organismo: l’aumento di ore di luce stimola la serotonina e la dopamina, che sono i neurotrasmettitori dello stress. Allo stesso tempo, diminuiscono i livelli di melatonina, che è legata al buio. Questo squilibrio può alterare sensibilmente la qualità del sonno. Dunque, per risincronizzare l’orologio biologico e favorire il riposo è utile reintegrare la melatonina dall’esterno, da sola o in abbinamento alla valeriana, che riduce i leggeri stati d’ansia.
Anche lo sport è un antidoto contro i disturbi legati al cambio di stagione perché aiuta il corpo e la mente a stare meglio. A differenza di quanto si possa pensare, infatti, è l’inattività a provocare stanchezza! 
Infine, per fortificarsi niente meglio di un frutto esotico ricco di sostanze biologicamente attive come la papaya. Usata come integratore, è un ottimo tonico del corpo e contribuisce ad aumentare l’energia fisica. Inoltre, stimola le difese immunitarie, aiuta a digerire e a contrastare i radicali liberi e apporta nutrienti utili per il benessere dell’intero organismo.http://www.forumsalute.it/community/forum_92_e_commerce/thrd_137321_primavera_tutto_sprint_1.html

lunedì 15 marzo 2010

Insonnia,depressione,ansia,perchè non provare la melatonina?


1. Perchè è fabbricata con il metodo GMP


2. Perchè è ricavato dal cacao

La melatonina è un aminoacido secreto dalla ghiandola pineale.
Nasce come triptofano e al variare della temperatura corporea e della luce viene trasformato in serotonina di giorno; con il buio si trasforma in melatonina, quindi ricavata dal cacao, (ricco di serotonina), ha una migliore qualità.


3. Perchè contiene zinco rotato

... C'è però una domanda che vorrei porti, e riguarda la somministrazione di melatonina con zinco; perchè questa combinazione?
Perchè negli stessi anni in cui conducevo le ricerche sulla melatonina, all'INRCA di Ancona (Istituto di ricerche gerontologiche Nino Masera), i ricercatori Nicola Fabris, Eugenio Mocchegiani e colleghi, da anni impegnati nello studio degli effetti immunostimolanti e antiinvecchiamento dello zinco, nel contesto di una teoria sull'origine e il corso della senescenza, realizzavano una ricerca sui malati di AIDS. Fecero così la straordinaria osservazione che lo zinco, somministrato per via orale, era in gradi di prevenire in gran parte le cosiddette malattie opportunistiche di varia natura (virale, micotica, batterica e parassitaria) che colpiscono infallibilmente i malati di AIDS fortemente immunodepressi. Tali importanti lavori sono stati pubblicati sulle riviste mediche Joumal of the American Medical Association (JAMA) nel 1988, e sul Joumal of Nutrition nel 2000.
La conclusione è stata quindi logica: lo zinco è in grado di prevenire le malattie opportunistiche dell'AIDS; e la melatonina?
Nella prima metà degli anni novanta, io stesso ed altri avevamo condotto degli studi, poi pubblicati su riviste specializzate, nei quali avevamo osservato come la melatonina, da sola, sia in grado di ricostruire i livelli di zinco nel sangue di animali senescenti. Risultava quindi chiara l'esistenza di una relazione diretta tra lo zinco e la melatonina; inoltre, la loro azione si manifestava come sinergica nella ricostruzione dell'immunità in corso d'invecchiamento! E' infatti noto che la carenza di zinco è un sicuro parametro d'invecchiamento (i suoi livelli decrescono costantemente nel corso degli anni).
Sulla base di tali entusiasmanti risultati sperimentali e clinici, che riguardavano la rapida ricostruzione dell'immunità con il binomio zinco-melatonina, passai quindi alla formulazione di un'associazione tra melatonina e zinco.
Nella fas4e successiva, vale a dire quella relativa alle prove cliniche sull'uso della melatonina, associata a un composto organico di zinco, quello orotato (che ha il vantaggio di essere assorbito meglio nei processi organici, in cui lo zinco è parte essenziale di oltre duecento enzimi), identificai nei pazienti africani di AIDS il terreno ideale per la valutazione di tale associazione di elementi, privi di tossicità e di effetti collaterali, anche per il basso costo della melatonina, e in considerazione dello stato di estrema povertà delle popolazioni africane.
(Note tratte dal libro "Centoventi e passa, di media" del Prof. Walter Pierpaoli e Pippo Zappulla) Ulteriori motivazioni per assumere la nostra melatonina

martedì 19 gennaio 2010

danni dell'insonnia,cosa accade al cervello quando le ore di sonno sono poche


Il cervello non è mai al top
se il debito di sonno è cronico

Le notti in bianco rallentano la performance intellettuale anche se si tenta il recupero nel fine settimana


(Grazia Neri)
(Grazia Neri)
ROMA - Dormire meno del necessario notte dopo notte può far accumulare un pericoloso debito cronico di sonno che è ancora più insidioso di una notte trascorsa completamente in bianco, perchè difficile, se non impossibile, da recuperare: quindi le funzioni del nostro cervello non sono mai al top.

LO STUDIO - Uno studio condotto da Daniel Cohen del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston dimostra che se dormiamo poco (non più di 6 ore a notte) per molti giorni di seguito, una dormita di 10 ore consecutive non basterà al recupero e non saremo mai al nostro meglio nello svolgere le attività quotidiane. Lo studio è importante perchè mostra che gli effetti del debito cronico di sonno sono differenti e più gravi di quelli della perdita di sonno acuta. Secondo quanto riferito sulla rivista Science Translational Medicine, il debito cronico di sonno è molto più insidioso per le performance cognitive perchè il recupero è lento e difficile, sempre che sia possibile del tutto. Secondo quanto riferito da Cohen, intervistato dall'agenzia Ansa, una spiegazione dell'insidia del debito cronico di sonno potrebbe essere nel nostro cervello: qui una molecola, l'adenosina, entra in circolo quando dormiamo poco e se il sonno diventa cronico il segnale inviato dall'adenosina si fa «assordante» per il cervello e difficilmente rientra. Siamo tutti superefficienti, scattiamo tra un'attività e l'altra, dal lavoro alla palestra all'aperitivo con gli amici; anche i bambini si dividono fra mille attività, scolastiche e non, e tutto va a discapito del nostro rapporto col sonno, cosicché tendiamo ad accumulare un debito cronico di sonno.
IL CERVELLO DEVE FARE ORDINE - Dormire è il momento in cui il cervello fa ordine tra tutte le informazioni inglobate durante il giorno appena trascorso catalogandole e scremando il superfluo. La perdita di sonno, inoltre, lede le nostre capacità mnemoniche e di apprendimento. Però finora non era chiara la differenza tra gli effetti di una singola notte in bianco e il cronico dormire poco (che è poi l'abitudine che più caratterizza l'odierna società dell'efficienza). L'esperto ha confrontato cosa succede restando svegli per 24 ore di seguito e invece dormendo una media di 5,6 ore a notte per tre settimane. È emerso che nel primo caso per la maggior parte delle persone basta una dormita di 10 ore per recuperare la notte in bianco, ma che questo non è sufficiente al recupero del debito cronico.
CROLLO DELLE PERFORMANCE - Infatti gli individui in debito cronico diminuiscono le proprie performance cognitive ora dopo ora, con un crollo vertiginoso nelle ore serali. «Una precedente ricerca - spiega Cohen - aveva dimostrato che stare svegli per 24 ore di seguito equivale a una dose di alcol nel sangue superiore a quella dei limiti di guida. Invece questo lavoro mostra che un debito cronico di sonno causa un deterioramento più rapido delle performance per ogni ora che si resta svegli. Tant'è che il quadro di diminuzione delle performance di una notte di veglia si amplifica di 10 volte se nelle due settimane precedenti si è dormito per sole sei ore». «Dati su animali - rileva Cohen - mostrano che una sostanza chiamata adenosina si accumula nel cervello quando siamo svegli da troppo e promuove il sonno e che la caffeina blocca l'azione dell'adenosina. Nel debito cronico di sonno questa sostanza rimane elevata per troppo tempo nel cervello e ciò provoca l'aumento del numero di recettori per captarla per cui il segnale dell'adenosina si iperattiva ed è difficile spegnerlo. Mentre nella perdita di una sola notte di sonno i recettori non aumentano e basta dormire per 10 ore per ridurre la concentrazione di adenosina, serve molto più tempo per riportare al livello normale il numero dei recettori per cui serve molto più tempo per smaltire un debito cronico di sonno». «Non sappiamo quanto tempo serva per recuperare un debito cronico - conclude - ma di certo non bastano dei giorni». (Fonte Agenzia Ansa)http://www.corriere.it/salute/10_gennaio_14/insonnia-cronica-diminuisce-performance-intellettuale_77c25cb6-00ef-11df-9901-00144f02aabe.shtml

sabato 14 novembre 2009

INSONNIA:cos'è,10 regole per non soffrirne più

L'insonnia






L'insonnia è un disturbo più comune di quanto si creda e una recente statistica indica che circa il 14% delle persone lamenta un qualche disturbo del sonno ed è insoddisfatta del proprio dormire. La percentuale di insonnia aumenta poi con l'età raggiungendo, dopo i 60-65 anni, il 33% e il sesso femminile sembra essere il più colpito.



Parlare di insonnia vuol dire in primo luogo parlare di un bisogno fondamentale dell'uomo: il sonno. Vediamo dunque che cosa vuol dire dormire e quanto questo sia importante per l'economia psicofisica del corpo umano.



Che cosa è il sonno



Nell'antica Grecia il sonno era rappresentato come un adolescente che corre leggero sulla terra per dare agli uomini il riposo del corpo e della mente, recante nella mano sinistra un papavero e nella mano destra un recipiente colmo del suo succo. Sonno dunque come quiete, distacco dalle fatiche quotidiane e recupero di energia in funzione di una nuova giornata.



Visto in questo modo, il sonno sembrerebbe una parentesi tra un giorno e l'altro senza nessuna continuità con quella "relazione con il mondo" che tanto distingue l'essere svegli, attenti e vigili.



In realtà le cose non stanno proprio così, e con la scoperta delle onde elettriche cerebrali attraverso l’elettroencefalogramma è stato possibile dimostrare che il sonno appartiene al giorno biologico di ogni individuo e che lo stato di veglia in realtà continua, però in altro modo, mentre si dorme.









Le dieci regole d’oro per dormire bene









Ecco tutti i consigli alimentari da seguire e le “cattive” abitudini da evitare assolutamente



L’insonnia è un disturbo in cui il cosiddetto “fai da te” è da bandire. Troppo spesso infatti si ricorre ai sonniferi senza consultare il medico rischiando, da un lato, fastidiosi effetti collaterali e dall’altro, una rapida dipendenza biologica e psicologica. Peraltro è possibile ricorrere ad alcuni accorgimenti di tipo alimentare e comportamentale per curare e prevenire questo “antipatico” disturbo:



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Eliminare la carne dal pasto serale: nella carne è presente un aminoacido, la tirosina, che interviene come stimolante dei processi mentali

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Il pasto serale dovrebbe essere vegetariano e ricco di amidi (pasta e riso). Insieme alle banane questi alimenti sono ricchi di un precursore della serotonina, sostanza che a livello cerebrale induce il sonno ed ha effetto sedativo

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Imparare un metodo di rilassamento (training autogeno, yoga, distensione immaginativa sono i più noti) per diminuire la tensione muscolare

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Per chi non ha problemi di allergia un bicchiere di latte caldo prima di coricarsi è un toccasana conosciuto fin dall’antichità

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Una volta svegli è inutile girarsi e rigirarsi nel letto, meglio alzarsi e preparare una camomilla o una tisana di lavanda, tiglio o passiflora

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Andare a letto solo per dormire e quando si ha sonno. Altre attività come mangiare, leggere o guardare la televisione non devono essere fatte a letto

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Limitare, nelle ore precedenti il sonno, attività che eccitano l’organismo come lo studio intenso o attività fisiche impegnative

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Se si ha un bambino che non prende sonno quando i genitori si allontanano il rimedio più antico è posare vicino a lui un indumento indossato dalla madre. In questo modo la madre continua a “comunicare” al bambino la sua presenza rassicurandolo

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Una tradizione dell’antico Egitto narra che la posizione notturna con la testa a Nord favorisce la fluidità della circolazione sanguigna. A conferma di ciò, esperimenti effettuati al Centro del sonno di Barkeley con l’uso di un letto girevole hanno dimostrato che quando la testa è a Nord la profondità del sonno è maggiore che negli altri orientamenti. Vale la pena dunque modificare in tal senso la posizione del letto

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Evitare l’assunzione di sostanze stimolanti con il fine di aumentare “l’utilità” del giorno. Il sonno viene così costantemente sacrificato alla vita vigile e non rispettato nella sua essenza di fondamentale funzione che scandisce, sorregge ed equilibra l’esistenza dell’uomo
http://4amicialbar.forumcommunity.net/?t=33110851&st=0#lastpost

mercoledì 21 ottobre 2009

insonnia,un valido aiuto dalla medicina alternativa

http://www.farmacia.it/cgi-bin/infosalute3/content.cgi?db=content&uid=default&view_records=1&ID=184



Insonnia, curarla con le erbe

L’insonnia è un disturbo che alla lunga condiziona le normali attività lavorative o di studio, la vita sociale e di relazione. Perché comporta disturbi dell’attenzione e della memoria, irritabilità, stanchezza e sonnolenza. Ma che continua ad essere trascurato e sottovalutato. Quando non è curata da subito, infatti, rischia di diventar cronica.
Può può essere curata con i farmaci, ma anche con la medicina alternativa come l'agopuntura, l’omeopatia e la fitoterapia.

Le erbe più usate nella cura di questo disturbo sono:
la Passiflora incarnata, calmante e antispasmodica. Si raccomanda a quelle persone ipersensibili inclini agli stessi pensieri, ma soprattutto che si lasciano facilmente influenzare dai cambiamenti di stagione e di vita.
il Biancospino, facilita il rilassamento dei muscoli e regolarizza il battito cardiaco. E’ associata con la Passiflora, soprattutto per chi soffre di risvegli notturni.
la Valeriana officinalis, utilizzata per i suoi effetti sedativi.
il Tiglio, è consigliata alle persone predisposte all’ipertensione arteriosa o solite svegliarsi di notte presi dai morsi della fame.
la Camomilla, serve ai soggetti irritabili e di umore variabile. Attenzione, però! Perché l’uso smodato di camomilla crea una sorta di intossicazione che può provocare ipereccitabilità accrescendo l’insonnia.
l’Escoltzia, è il cosiddetto papavero californiano, un’erba che porta il sonno riducendo i risvegli anticipati mattutini. Dosi: 30 a 50 gocce di TM, 30 minuti prima di mettersi a letto. Utile anche l’estratto secco vaporizzato, posologia:1-3 cps, 30 minuti prima di coricarsi

Tutte le piante vengono utilizzate sotto forma di infusi, assunte prima di andare a letto da sole o in associazione con altre erbe. I rimedi naturali vanno sempre consigliati dopo un’attenta valutazione.
Le erbe si trovano in tutte le farmacie ed erboristerie.

Attenzione! Per dosi e modalità potete sempre farvi consigliare dal vostro farmacista di fiducia.

venerdì 2 ottobre 2009

sito tematico dedicato all'insonnia

da paginemediche.it:
MORFEOdormiresano.it

Sito tematico interamente dedicato al disturbo dell’insonnia. Presenta numerose schede informative dedicate ai disturbi del sonno organizzate in categorie, cui si affiancano le video-interviste agli Esperti della Medicina del Sonno e l’elenco di centri specializzati. Il sito è inoltre una risorsa di test interattivi e di simpatici giochi che… aiutano a conciliare il sonno.

Neurologia

sabato 21 marzo 2009

insonnia da cambio di stagione:cosa mangiare

Come vincere l'insonnia con il cibo



(21-03-2009) - Per chi soffre di insonnia da cambio di stagione, ecco tutti i rimedi comunicati durante la giornata internazionele AIMS del 'Dormiresano'


Il cibo -si sa- influisce su ogni singolo aspetto della nostra vita ed è anche un ottimo espediente per rimediare all'insonnia primaverile. A darne notizia è stata la Coldiretti, durante la giornata internazionale organizzata dall' Aism ( Associazione Italiana di Medicina del Sonno) a favore del Dormire sano. Sono, infatti, ben 12 milioni gli italiani che soffrono di insonnia primaverile e che, da oggi, potranno seguire delle regole semplici per prevenire la perdita del riposo notturno, a cominciare dal pasto serale.

In primo luogo, bisogna scegliere alimenti che contengano triptofano, un aminoacido che favorisce la sintesi della serotonina stimolandone il rilassamento; dunque, campo libero a pasta, riso, orzo e pane, lattuga, radicchio rosso, zucca, rape e cavolo (che hanno effetti sedativi) e formaggi freschi. Dato l'ok anche al rimedio più popolare della tazza di latte caldo con due cucchiaini di miele come sostitutivo della cena. Libro nero, invece, per i cibi piccanti, speziati o eccessivamente conditi, teina, caffeina ed alcoolici. Addio anche alle patatine alla paprika in sacchetto, che ben si conciliano con un bel divano davanti alla tivù.

Ciliegine sulla torta, infusi e tisane dolcificati con miele. La Coldiretti ne ha, infatti, consigliato un uso costante la sera, prima di coricarsi. Per procurarsi, finalmente, un piacevole effetto relax e abbandonarsi in armonia tra le braccia di Morfeo.

http://www.agoranews.it/read.php?read=7562

venerdì 20 marzo 2009

Curare l'insonnia,perchè non dormire fa far male tutto.

La grande diffusione dei disturbi del sonno, ed in particolare dell'insonnia, ha fatto sì che questi vengano spesso sottovalutati, considerati un fenomeno “normale” o un fastidio contingente, anche quando durano più di quattro settimane di seguito o si presentano a scadenze regolari e ravvicinate.
Poiché l’insonnia a breve termine non è una malattia rischiosa per la salute, chi ne soffre pensa di poterla arginare con i soliti metodi: una camomilla o una tisana la sera, qualche tazzina di caffè in più il giorno dopo, senza sapere che in questo modo si può accumulare un debito di sonno invalidante ed aggravare il rischio di una cronicizzazione del disturbo.

La diagnosi precoce e il trattamento tempestivo dell’insonnia, invece, prevengono l’aggravamento del disturbo e il presentarsi di tutte quelle complicanze che sono legate alla cronica privazione di sonno: invecchiamento precoce, disturbi psicologici e comportamentali, ipertensione arteriosa e maggior rischio di patologie cardiovascolari, solo per citare le patologie più rischiose per la salute.
A seconda dell’età, del sesso, dell’ambiente e della causa dell’insonnia, il medico che ha in cura un paziente insonne deciderà, di comune accordo con quest'ultimo, quale terapia prescrivere.

La terapia farmacologica
La terapia farmacologica prevede la somminstrazione al paziente insonne dei farmaci “ipnotici”, quei farmaci in grado di indurre o mantenere il sonno. Questa terapia è particolarmente indicata per la cura delle insonnie acute o di breve termine.

La terapia non farmacologica
La terapia non farmacologica ha come scopo la normalizzazione e la regolazione delle abitudi errate dei pazienti insonni. La corretta igiene del sonno viene ripristinata attraveso sedute di cronoterapia e/o fototerapia (si tratta di esposizioni ripetute ad intense fonti luminose) per regolare di nuovo l’orologio biologico e il ritmo circadiano del paziente. Talvolta, il disturbo del sonno viene analizzato tramite la psicoterapia ed il controllo degli stimoli legati al sonno: queste rilevazioni in alcuni casi possono segnalare le cause non immediatamente evidenti dell'insonnia.

I due tipi di terapia (quella farmacologica e quella non farmacologica) possono essere abbinati. In alcuni casi si può adottare una terapia farmacologica “intermittente”, che prescrive la somministrazione del farmaco solo in alcuni giorni della settimana prestabiliti o "al bisogno", quando il paziente lo ritiene strettamente necessario.
In ogni caso sono necessari il consiglio e le prescrizioni del Medico curante e del Medico Specialista di Medicina del Sonno.


Un impegno costante che non ci fa dormire di notte.Wasm Associazione Italiana Di Medicina Del Sonno Progetto Morfeo Dormiresano Sanofi Aventis © A.I.S.M. Associazione Italiana Di Medicina Del Sonno - info@morfeodormiresano.it

martedì 10 febbraio 2009

Riconoscere l'insonnia

Riconoscere l'insonnia - Tanti disturbi, un solo perché - Perché è importante dormire bene - Quali rischi si corrono - Più fiducia nel medico di fiducia

Riconoscere l'insonnia

L'insonnia rappresenta un disturbo che interessa almeno 12 milioni di italiani: inostri ritmi di vita ci spingono a sottovalutare le conseguenze delle molte notti insonni che trascorriamo.

Proviamo con un piccolo esame di coscienza a riflettere insieme sull'entità dei disturbi di cui soffriamo.

Quante volte vi è capitato durante il giorno di accusare uno stato di malessere indistinto, mal di testa, astenia, svogliatezza o addirittura nausea?
Oppure, quasi senza accorgervene, di assopirvi o, comunque, di provare oltre misura un’insopportabile sonnolenza che arriva ad interferire pesantemente con il vostro lavoro e le normali attività quotidiane?
E ancora, come mai siete diventati tanto irritabili agli occhi dei vostri familiari o dei vostri colleghi di lavoro?
E poi, perché da un po’ di tempo non avete più la memoria di ferro di un tempo?

La prima reazione è “lasciare che passi, sarà lo stress”.

Ma vi siete mai chiesti come dormite? Siete proprio sicuri che questi disturbi non siano frutto di una vostra difficoltà ad addormentarvi, di un sonno discontinuo e superficiale, oppure di risvegli precoci che nelle ultime settimane hanno caratterizzato le vostre notti, ma a cui avete dato poca importanza?

Oppure, al contrario, soffrite francamente di insonnia, ne siete consapevoli, ma niente: “Io le medicine non le prendo perché non si sa mai…” e siete disposti a sopportare tutto questo, pur di non assoggettarvi a cure che potrebbero risolvere il vostro problema, ma che, per scarsa informazione o consolidati pregiudizi, preferite evitare.

Bene, ora rilassatevi ed iniziate a leggere queste pagine web, che ci auguriamo riescano a chiarire a voi, insonni più o meno consapevoli, i tanti dubbi e i tanti perché sul fatto che dormire sia importante per la nostra salute e per una buona qualità di vita. E speriamo che non sia proprio questa lettura a farvi prendere sonno!

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Tanti disturbi, un solo perché

La conseguenza più immediata dell'insonnia è, ovviamente, il deterioramento della qualità del sonno. Eppure tante altre manifestazioni diurne della mancanza di sonno vanno a completare un quadro che in alcuni casi può diventare allarmante. Vediamo perché.

Da troppo tempo, ormai, vi accorgete di essere stanchi ed irascibili, siete presi da una sensazione di esagerata spossatezza e da continui cambi di umore, scordate più cose del solito, siete divenuti, in generale, più vulnerabili nell'affrontare gli eventi quotidiani, vi sentite più fragili ed insicuri.
All'inizio avete ridimensionato la portata del problema, confidando che fosse un fenomeno transitorio che, con un po' di pazienza e di buona volontà, sarebbe certamente scomparso. Ma non è stato proprio così. E adesso sapete di dover fare i conti con la causa di tutti quei la melesseri: dormite poco e male, in una parola fate parte di quell'esercito di persone (in Italia una su tre) che soffrono di insonnia.

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Perché è importante dormire bene

Per apprezzare pienamente quanto sia importante dormire bene per condurre una vita sana ed armonica, è necessario comprendere cosa sia il sonno.

Il sonno è un comportamento quotidiano che appare naturale per chi ne gode, ma che in realtà si svolge secondo regole assai delicate e complesse.
Il passaggio dalla veglia al sonno si basa su vincoli ben precisi, scanditi dall’alternanza luce-buio e dal bisogno di recuperare durante la notte le energie consumate durante il giorno.
Per ciascuno di noi esiste un momento preciso di addormentamento che non è uguale per tutti gli individui. È intuibile che, anticipando o posticipando in maniera forzata e prolungata il momento critico dell’addormentamento, si possa andare incontro a grossi fastidi. Si pensi ai turnisti, alla gente dello spettacolo che regolarmente si addormenta molto tardi, oppure alle persone anziane, che si addormentano troppo presto e si svegliano nel mezzo della notte o, ancora, a quei giovani che, ritardando oltre misura il momento di coricarsi, faticano molto la mattina dopo a svegliarsi e a mantenere un sufficiente livello di vigilanza durante il giorno.
Ma il problema non finisce qui. Una volta superate queste “porte del sonno”, bisogna esaminare come il nostro cervello si comporta nel regno di Morfeo.

Il sonno ha una sua vita, una sua storia, è un’avventura in cui si snodano e si dipanano diverse trame. È plastico, flessibile, ma, soprattutto, per assolvere alla funzione di ristoro dalle fatiche della veglia, il sonno non deve subire troppe aggressioni sia dall’interno del nostro organismo, sia dall’ambiente esterno.
Perché una notte di sonno sia ben riuscita, è importante certamente la sua durata, ma anche la profondità e stabilità del sonno, che lo proteggono da un’eccessiva frammentazione.

Per sapere come sono andate le cose durante una notte di sonno non è sufficiente affidarsi unicamente alle nostre impressioni, ma è necessario registrare le attività cerebrali notturne che, dopo un’attenta lettura, ci consentono di ricostruire la misteriosa struttura del sonno.
Normalmente, ogni notte si alternano fasi di sonno non-REM e fasi di sonno REM. Nel sonno non-REM sono presenti diversi stadi, di sonno leggero e di sonno profondo. Ognuno di questi stadi può essere stabile e riposante, oppure instabile e poco ristoratore. Nelle fasi di sonno instabile si succedono micro-risvegli di breve durata che interrompono il sonno senza, tuttavia, che chi dorme ne abbia coscienza.
Il sonno resta di buona qualità se il numero di micro-risvegli notturni si mantiene entro certi limiti.
Le cose si complicano se i micro-risvegli sono presenti in numero eccessivo. Non crediate, infatti, che durante la notte tutto il nostro organismo pensi solo a riposarsi: è vero, tutte le nostre funzioni sono rallentate e il corpo rilassato, ma alcune parti del cervello sono sveglie come “sentinelle” per proteggere il nostro sonno. Esse agiscono come “radar ricognitore” che verifica continuamente che non ci siano minacce al nostro riposo, segnalando con tanti micro-risvegli tutte le resistenze che incontrano. Si spiega così quella sensazione di stanchezza e spossatezza che tormenta gli insonni durante il giorno, anche quando pensano di aver dormito un buon numero di ore.

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Quali rischi si corrono

E’ sbagliato pensare che il soffrire d’insonnia non sia esente da ripercussioni sullo stato della nostra salute.
Le complicazioni di riscontro più immediato sono le sofferenze e i disagi diurni, in quanto l’insonnia, patologia della notte, fa pagare il suo prezzo durante il giorno. Oltre a stanchezza, sonnolenza e colpi di sonno, la persona che soffre di insonnia spesso lamenta mancanza di concentrazione, irritabilità, cali di rendimento e diminuita efficienza, che nei casi più gravi costituiscono motivo di rischio alla guida di autoveicoli e per la sicurezza sul lavoro.

L’insonnia non adeguatamente controllata si ripercuote negativamente sulle condizioni generali dell’organismo, aumentando la suscettibilità verso patologie di varia natura quali cefalea, dolori muscolari, disturbi gastrointestinali, alterazioni cardiocircolatorie.

In ogni caso, l’insonnia peggiora la qualità della nostra vita, deteriora i rapporti interpersonali e può essere causa di assenteismo ricorrente e di dissapori familiari, fino a sfociare in disturbi invalidanti di natura psichiatrica quali l’ansia e la depressione.

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Più fiducia nel medico di fiducia

Cosa fare quando questi piccoli suggerimenti non ottengono l'effetto sperato? Chi vi può aiutare? Una sola persona: il vostro medico di fiducia. Ma anche lui ha bisogno di voi: ora che ne sapete di più sull'insonnia, spiegategli esattamente i vostri disturbi e non aspettate che diventino cronici.
Ditegli se fate fatica ad addormentarvi, o se non riuscite a restare addormentati dopo l'inizio del sonno; se scalciate nel letto, o se digrignate i denti; se di notte il vostro respiro si interrompe, se vi alzate per mangiare; se vi svegliate con il bruciore di stomaco o con il mal di testa; se bevete troppi caffè, o se vi sottoponete a ritmi di vita irregolari. Esponetegli i vostri dubbi ed analizzate le possibili cause della vostra insonnia.

Comunque, se dormite poco o male, non fate finta di niente!

Parlatene apertamente con il vostro medico di fiducia che vi aiuterà ad identificare le ragioni del vostro malessere.
Probabilmente ci sono fattori fisici (per esempio, una cattiva igiene del ritmo sonno-veglia, un alterato assetto dell'orologio biologico interno), o istituzionali (ambiente notturno eccessivamente rumoroso, lavoro a turno) alla base dei vostri disturbi, e che possono essere corretti e rimossi.
L'importante è non sottovalutare le conseguenze di un disagio persistente. Qualunque ne sia la causa, un'insonnia trascurata può diventare realmente una faccenda seria, perché è tanto importante ?dormire sano? di notte, quanto ?vivere sano? di giorno.

http://www.morfeodormiresano.it/it/214/dossier/neurologia/detail_1937_riconoscere-linsonnia.aspx?c1=63&c2=0

mercoledì 21 gennaio 2009

insonnia che fare?

Dormire bene
La vita moderna ci porta a ritmi ai quali non siamo totalmente in grado di reagire con conseguenze che variano da persona. Un argomento che riguarda quasi tutti é la qualità del sonno. Infatti sempre più spesso si sente parlare di disturbi del sonno e di persone che dormono male, non riescono a dormire, si svegliano durante la notte o addirittura soffrono di insonnia.
Sommario:
- I disturbi del sonno
- Rimedi naturali: erbe ed estratti utili
- Problemi di fuso orario
- Cambiare stile di vita
-Quando la qualità conta davvero

Tempo di lettura: 6 min.

I disturbi del sonno
Succede a molte persone di non poter dormire o di non riuscire a prendere sonno quando anche di sera comincia ad essere molto caldo. Un po' di sollievo lo possiamo trovare dopo una bella doccia fresca ma se la serata è molto umida dopo poco si ricomincia a sudare e addio sonno! Purtroppo i cambiamenti climatici hanno portato sempre più ad avere un clima molto umido e anziché avere serate fresche e ventilate abbiamo di solito serate afose e calde. Tutto questo chiaramente influisce sulla nostra capacità di addormentarci e godere di un bel sonno ristoratore. Un rimedio naurale che ci permetta di dormire placidamente ed alzarci rilassati ma non storditi è quello di avvalerci di piante con azione rilassante e sedativa. Vediamo in dettaglio queste piante.

Rimedi naturali: erbe ed estratti utili
La VALERIANA è una pianta assai attiva che aiuta nella difficoltà di addormentarsi e nei lievi stati di ansia dovuti soprattutto ad affaticamento intellettuale e stress. E' forse la pianta più utilizzata e conosciuta per indurre il sonno il cui utilizzo popolare in Europa é antichissimo. Si dice che il pifferaio di Hamelin soggiogasse topi e bambini oltre che con il suo flauto magico, anche con la Valeriana.



La MELISSA sembra possedere una azione sedativa sia a livello centrale che periferico, ciò vuol dire che aiuta a prendere sonno in quanto rilassa sia il nostro Sistema Nervoso Centrale sia riduce i disturbi gastrici ( es. mal di stomaco o sensazione di pesantezza ) dovuti a tensione o stress.


L' ESCOLZIA migliora la qualità del sonno e riduce il tempo di addormentamento. E' stato visto che possiede anche attività ansiolitica e che è utile quando il sonno è disturbato a causa di crampi notturni poiché sembra in grado di migliorare il microciclo unitamente ad una presunta azione spasmolitica. Alcuni studiosi affermano che è una pianta ben tollerata anche in età pediatrica e nell'enuresi notturna ( pipì a letto ).


Il BIANCOSPINO é una pianta assai utile in quelle persone un po' ansiose che quando sono a letto cominciano a sentire il cuore “battere più forte” e non riescono ad addormentarsi.


La CAMOMILLA ha un effetto debolmente sedativo ma ha un grande effetto rilassante sulla muscolatura liscia e come antinfiammatorio. Per questo la userà chi soffre di dolori addominali o infiammazioni della mucosa gastrointestinale o disturbi digestivi, poichè questa pianta riduce gli spasmi e il dolore, migliora la digestione ed è leggermente sedativa.

Queste piante possono essere utilizzate da sole o in associazione tra loro; una formulazione di queste piante permette chiaramente di avere un effetto più completo. Sono presenti sotto forma di tavolette, gocce o tisane. E' bene ricordare che mentre i farmaci di sintesi che aiutano ad indurre il sonno possono lasciare stordimento il giorno successivo, le piante raramente hanno questo effetto poichè la loro è un'azione più “fisiologica” e regolatrice.


Problemi di fuso orario
Problemi di sonno si possono avere anche quando si viaggia, sia perchè si “cambia letto” sia magari per problemi di fuso orario. Nel primo caso possiamo ricorrere alle piante di cui abbiamo parlato prima, nel secondo caso le stesse piante le possiamo associare alla MELATONINA .
La Melatonina è una molecola ubiquitaria, originariamente scoperta come ormone della ghiandola pituitaria, viene prodotta da qualsiasi organismo del regno animale e vegetale, con identica biosintesi.
Viene secreta dalla ghiandola pineale nelle ore notturne ed è bloccata dalla luce. La sua secrezione aumenta gradualmente intorno alle 22:00, con un picco massimo dalle ore 2:00 alle ore 4:00 della notte, e diminuisce in maniera graduale nelle ore successive con l'arrivo della luce.
La concentrazione di Melatonina si riduce negli stati di stress e con l'invecchiamento e subisce alterazioni quando vi è una variazione nel ciclo sonno-veglia ( es. cambiamento di fuso orario – fenomeno del jet leg ).
Basta assumere una tavoletta di Melatonina tutte le sere 20 minuti prima di andare a letto per ristabilire un fisiologico equilibrio sonno-veglia.


Cambiare stile di vita
Spesso per migliorare il sonno e combattere gli stati di insonnia è necessario cambiare anche il nostro stile di vita o la nostra dieta.
Per quanto riguarda lo stile di vita è necessario eliminare il più possibile i fattori di stress come il fumo, gli orari sballati e allontanare possibilmente dalla camera da letto la maggior parte degli apparecchi elettronici, quali computer, cellulari, sveglie elettriche, televisori poiché creano campi magnetici.
Riguardo alla dieta sarà necessario ridurre caffè e alcolici, non mangiare tardi la sera e a cena preferire cibi ricchi di triptofano come il latte, il tonno, il tacchino, il pane integrale, i datteri, il cavolfiore, nocciole e patate. Il triptofano è il precursore della serotonina, una sostanza che induce e migliora la qualità del sonno.
Può essere d'aiuto anche una leggera attività fisica nel tardo pomeriggio, come yoga o t'ai chi ma possibilmente non subito prima di andare a letto poiché l'adrenalina prodotta può rendere più difficile il sonno.
Anche un massaggio o un bagno caldo con oli essenziali quali camomilla, lavanda, sandalo o rosa rilassa e promuove il sonno.

Quando la qualità conta davvero
Ricordiamoci che non dormire o non dormire bene può avere effetti negativi non solo per la stanchezza che ne deriva ma anche perchè sembra che ne risenta persino il nostro sistema immunitario che si indebolisce e ci rende più deboli nei confronti di infezioni o malattie in genere.
Un ultimo suggerimento riguarda materasso e cuscino. Devono essere comodi e di buona qualità poichè uno studio ha dimostrato che le persone che hanno un letto scomodo dormono in media un'ora in meno rispetto a quelle che riposano comodamente.


http://www.rodiola.it/dormire_bene.php

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